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Blocco pensioni, al via i rimorsi: ecco come e quando riceverli

 

Un rimborso da quasi 800 euro per un pensionato che ha un assegno da 1500 euro (lordi) al mese e, dal prossimo anno, una maggiorazione di quasi 42 euro al mese. Questo il contenuto della circolare dell’Inps con le istruzioni applicative dell’articolo 1 del decreto 65, quello con il quale il governo Renzi ha messo una toppa alla falla aperta dalla sentenza della Consulta sulle pensioni: la bocciatura dello stop all’indicizzazione degli assegni superiori a tre volte il minimo, decretata dal governo Monti in tempi di risparmi sfrenati. Il recupero dei denari congelati è esteso agli eredi dei pensionati interessati, che devono presentare una domanda apposita: spettano, dice l’Inps, anche alle pensioni “che al momento della lavorazione risulteranno eliminate. Il pagamento delle spettanze agli aventi titolo sarà effettuato a domanda nei limiti della prescrizione”.

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La ricostituzione dei trattamenti avviene “d’ufficio”, non è necessaria la domanda. In un allegato alla circolare esplicativa del decreto del governo, l’Inps ha fatto sapere che i pensionati con redditi da pensione pari a 1.500 euro al momento della sentenza della Consulta, che dichiarava illegittimo il blocco della perequazione deciso dal Salva Italia, riceveranno il prossimo primo agosto un rimborso di 796 euro. Un riborso che sarà, però, un bonus una tantum per coprire il periodo tra il gennaio 2012 e l’agosto 2015. La base della pensione sarà pari a 1.525 euro mensili da agosto 2015 e di 1.541 euro da gennaio 2016. Per i redditi da pensione superiori a tre volte il minimo, invece, i rimborsi saranno tra il 10% e il 40% di quanto perso per gli anni 2012-2013 e pari ad appena il 20% di quanto erogato per gli anni precedenti per il 2014. Per le pensioni tra le tre e le quattro volte il minimo (circa tra 1.500 e 2.000 euro) la rivalutazione per il 2012-13 sarà del 40% dell’inflazione (2,7% per il 2012, 3% per il 2013). Per le pensioni tra quattro e cinque volte il minimo (tra 2.000 e 2.500 euro lordi al mese) sarà del 20% dell’inflazione. Per le pensioni tra i 2.500 e i 3.000 euro la rivalutazione sarà solo pari al 10% di quanto perso. Le pensioni di importo superiore a sei volte il minimo, infine, non avranno nessun rimborso.

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