Perde un pezzo il Dpr ascensori approvato dal Consiglio dei ministri: infatti è stata stralciata la parte che riguarda l’adeguamento obbligatorio alle norme di sicurezza contenute nella “raccomandazione” Ue del 1995. Restano le altre disposizioni, quelle per le quali l’Italia rischiava la procedura d’infrazione, previste dalla direttiva 2014/33/Ue (il termine è già scaduto). L’ambito di applicazione della direttiva si estende agli ascensori intesi come prodotti finiti e installati in modo permanente in edifici o costruzioni e ai componenti di sicurezza per ascensori nuovi prodotti da un fabbricante nell’Unione oppure componenti di sicurezza nuovi o usati importati da un paese terzo.
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Fabbricanti, distributori e importatori hanno una serie di obblighi da seguire. I ministeri di Sviluppo e lavoro esercitano una valutazione di sicurezza su impianti e componenti e possono chiedere che gli operatori economici intervengano e, al limite, li ritirino dal mercato. Viene anche rimesso in vigore il “certificato di abilitazione” rilasciato dalle prefetture ai manutentori dopo una prova teorico-pratica. Gli unici obblighi restano quelli relativi alle norme in vigore all’epoca di installazione. Invece non hanno superato l’esame del Consiglio dei ministri le norme prevedevano una serie di controlli (come quelli sulla precisione di fermata e livellamento tra cabina e piano).
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Controlli che avrebbero portato all’imposizione di interventi mirati, qualora non superati. Ora (come prima) gli interventi possono solo essere suggeriti dai manutentori, mentre i proprietari sono liberi di scegliere se eseguirli o meno, salve naturalmente le responsabilità derivanti da eventuali incidenti. Ora il provvedimento passa all’esame delle commissioni Industria di Camera e Senato per il parere obbligatorio (ma non vincolante).
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Positivo il giudizio di Confedilizia: “Diamo atto al presidente del Consiglio e al nuovo ministro dello Sviluppo economico – dichiara il presidente Giorgio Spaziani Testa – di aver varato un provvedimento attento alla sicurezza dei cittadini, ma privo di inutili e costosi adempimenti aggiuntivi per la proprietà” . Per Roberto Zappa (Assoaascensori) e Michele Mazzarda (Anacam) si tratta di “Una polemica montata ad arte in nome di vantaggi economici per pochi grandi proprietari di case e a svantaggio della sicurezza di milioni di persone che ogni giorno utilizzano più di 700mila ascensori non in linea con gli attuali standard europei”.