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”Affogato nei debiti”. L’allarme dello storico marchio dell’abbigliamento italiano che rischia di scomparire: ecco qual è

 

Stefanel, storica azienda trevigiana dell’abbigliamento nata alla fine degli anni Cinquanta con il nome di “Maglificio Piave”, muove un primo passo verso il concordato preventivo. La società, che ha chiuso il primo semestre con un calo dei ricavi del 12,6% a 67,4 milioni di euro e con un peggioramento della perdita, passata da uno a 13,3 milioni, ha valutato e deliberato di presentare domanda di ammissione al concordato preventivo cosiddetto ”in bianco” o ”con riserva”, procedura nell’ambito della quale l’emittente si riserva di poter presentare un ricorso per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti. La delibera, ha spiegato una nota diffusa ieri dal gruppo veneto, è finalizzata a: ”Ottenere gli effetti protettivi del patrimonio della società previsti dalla normativa applicabile a tutela di tutti gli interessi coinvolti”.

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In sostanza, si tratta di una forma nella quale si continua a operare dal punto di vista industriale, e nel frattempo si delibera un accordo con i creditori sotto la supervisione del Tribunale. La condizione finanziaria della società è da tempo difficile. Soltanto a inizio agosto, i revisori contabili di E&Y si erano dichiarati impossibilitati a validare la semestrale dell’azienda veneta, ripercorrendone i “profili di incertezza” circa la realizzazione del piano industriale al 2019, la capacità di trovare un investitore in grado di apportare capitali freschi e la definizione di un nuovo accordo con le banche per arrivare a una ristrutturazione del debito.

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Elementi che per i revisori facevano sorgere, già mesi fa, “dubbi significativi sulla capacità del gruppo di continuare a operare sulla base del presupposto della continuità aziendale e quindi della capacità di realizzare le attività e onorare le passività nel corso della gestione. In particolare”, chiosavano in estate, “il presupposto della continuità aziendale è soggetto a molteplici significative incertezze”. Alla luce di quanto comunicato, ieri il titolo della società ha chiuso in Borsa con un calo del 39,7% a 0,11 euro.

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