Volata finale per il 730. Dopo aver incassato la proroga al 22 luglio per chi si rivolge al Caf o sceglie l’invio della precompilata, i contribuenti hanno intenzione di accelerare i tempi per potersi assicurare gli eventuali rimborsi già in busta paga a fine luglio. Tra le voci su cui si fa attenzione c’è quella che riguarda gli sconti fiscali sulle spese di istruzione. Dall’asilo nido all’università, sono cinque le opportunità sfruttabili. La percentuale di detrazione è sempre pari al 19%. Ma le analogie tra le diverse agevolazioni si fermano qui, perché i massimali di spesa e le regole applicative cambiano a seconda della detrazione.
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L’ultima arrivata è la detrazione sulle spese di istruzione, che si applica per la prima volta nella dichiarazione dei redditi: lo sconto si calcola su un importo massimo di 400 euro e agevola le spese per la frequenza di scuole materne, elementari, medie e superiori. Per chi frequenta una scuola privata, la detrazione può essere applicata sulle spese pagate per la retta scolastica e a tutti gli importi relativi alle spese deliberate dall’istituto (tassa di iscrizione, tassa di frequenza).
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Come si legge sul ilsole24ore.it, “è la mensa l’unica spesa detraibile. Ma siccome in molti casi gli importi vengono pagati tramite buoni pasto, carte ricaricabili, al Comune o a società esterne, si sono posti diversi dubbi applicativi che sono stati chiariti in corsa solamente dopo l’apertura dei termini per l’invio del 730. Dal momento che si tratta di una detrazione al debutto, è impossibile sapere quante famiglie saranno interessate. Ma si applica a tutte le scuole e probabilmente sarà molto utilizzata: il numero dei beneficiari dovrebbe (secondo due agevolazioni monitorate nelle statistiche ufficiali delle Finanze) il numero dei beneficiari dovrebbe superare facilmente quello dei soggetti che utilizzano il bonus per gli studenti fuori sede (235mila soggetti) e potrebbe superare quello della detrazione sulle spese di istruzione universitaria (1,8 milioni di soggetti)”.
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In base a questi dati, come commenta ilsole24ore.it, “si rimane colpiti dalla differenza di cifre in gioco. Differenza non sempre giustificata dalla maggiore o minore “meritevolezza” della spesa, quanto piuttosto dalla stratificazione delle regole nel tempo. La detrazione sulla mensa o sulla retta scolastica può arrivare a 76 euro (il 19% di 400 euro), quella sull’asilo nido vale fino a 120 euro (il 19% di 632), mentre quella sull’affitto pagato da studenti fuori sede raggiunge i 500 euro (19% di 2.633 euro) e può addirittura raddoppiare se in famiglia ci sono due figli che studiano in due città diverse. La spesa agevolabile, comunque, non copre quasi mai l’effettivo esborso sostenuto. L’unica detrazione che copre tutta la spesa è quella legata alle tasse universitarie. Da quest’anno è uno dei dati in più che i contribuenti hanno trovato nella dichiarazione precompilata. Ma non se l’ateneo frequentato è privato perché il decreto attuativo che fissa i parametri su come individuare la spesa su cui calcolare la detrazione (calibrandoli su tipologia di corso di studio e area geografica) è arrivato a fine aprile e quindi le informazioni a riguardo sono presenti solo nel foglio informativo e bisognerà integrare il modello per ottenere la detrazione”.