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Bontà, semplicità e costo contenuto. La piadina è un prodotto eccellente che si adatta molto bene a tutte le occasioni: regina della cucina romagnola, ecco la ricetta originale

  • Cucina

 

La piadina romagnola è tanto famosa da essere conosciuta ben oltre i confini regionali. Ha origine, in tempi storicamente recenti, come alimento povero e, nel secolo scorso, veniva consumata dai contadini al posto del pane, o addirittura come pasto principale, in quanto il suo corposo impasto consentiva una maggiore sensazione di sazietà. Ma c’è chi vuol far risalire l’origine della piadina addirittura al 1200 avanti Cristo, quando si cuocevano focacce azzime su lastre arroventate.  La Piadina Romagnola alla Riminese, IGP, si contraddistingue per essere sottile, flessibile e di diametro maggiore. Solitamente, infatti, soprattutto nelle zone di Forlì e Ravenna, essa è presentata nella sua variante più piccola, spessa e soffice. Il crescione o cassone è un’altra variante che prevede la chiusura della piadina farcita prima della cottura. (Continua a leggere dopo la foto)

 


La bontà, la semplicità, il costo contenuto e la velocità di preparazione della piadina romagnola ne fanno un prodotto eccellente che si adatta molto bene anche ai tempi moderni. La piadina varia, per composizione e spessore dell’impasto, a seconda delle diverse tradizioni nelle diverse città e province di Romagna. Quattro gli ingredienti base della Piadina Romagnola: farina di grano tenero; acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo); sale (pari o inferiore a 25 grammi); grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi).

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Il disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o frumento, fino a 20 grammi), con il divieto di aggiungere conservanti, aromi e altri additivi.  Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano cottura che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti.

Per potersi fregiare dell’Igp la piadina romagnola deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite. Ci sono due tipologie di piadina: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).

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