Il pesce è tra gli alimenti più sani, sui manuali dei nutrizionisti. Quello che invece finisce nei nostri piatti è troppo spesso contaminato oltre i valori soglia da metilmercurio, che provoca intossicazioni con sintomi gastrointestinali e danni al sistema nervoso e riesce anche a passare attraverso la placenta. Meglio rinunciare al pesce? No, ma bisogna scegliere quello giusto, cioè meno esposto alla contaminazione, soprattutto se si rientra in una categoria a rischio. Le indicazioni della comunità scientifica, ricorda la Fondazione Umberto Veronesi, sono abbastanza chiare: “Le donne incinte e i bambini, per essere tranquilli, non dovrebbero mangiare gli squali (palombo, verdesca, smeriglio), il pesce spada e i tonni di grandi dimensioni come quello rosso. Nessun problema, invece, per il tonno in scatola e quello fresco che si trova al supermercato, generalmente della specie pinne gialle”. Se però siete adulti e non aspettate bebè, la voglia matta e improvvisa di un trancio di spada assecondatela senza patemi. Potrà essere pure contaminato, ma una volta ogni tanto non fa male.