Se c’è un oggetto che ci ha cambiato la vita, quello è il cellulare. E se ce n’è uno che l’ha cambiata ancora di più, quello è lo smartphone. Che, se ci rende raggiungibili anche in vetta al K2, a volte si rivela un gran maleducato. Se stiamo a tavola, quello se ne frega, se deve suonare, suona. Se stiamo in biblioteca, in un salotto, a leggere, o a fare conversazione, suona anche lì. E tutti i canoni della buona educazione vengono meno. Non è carino, infatti, parlare con qualcuno che non ci guarda in faccia. Non è carino confidare un segreto mentre l’interlocutore continua a chattare a destra e a sinistra. E soprattutto, non è giusto che, ovunque siamo, siamo tormentati dalle suonerie più improbabili e dai trilli più invadenti (riflettere su tutto ciò e cambiare subito suoneria). Consapevoli di tutto questo inquinamento acustico a cui siamo sottoposti, quelli dei salotti-bene o dei ristoranti stellati, hanno iniziato a piazzare, accanto al guardaroba, anche degli appositi cofanetti per depositare lo smartphone così che nessuno venga infastidito. Per chi non frequenta tali posti, ecco tre norme bon-ton per usare lo smartphone senza essere un cafone.
(Continua a leggere dopo la foto)
1)Non parlare ad alta voce quando ricevi una telefonata in un luogo pubblico. Anche se a te interessa molto l’argomento della tua conversazione, non è detto che gli altri ci tengano a sapere i cavoli tuoi. Il mondo è di tutti, non tuo.
2)Quando stai mangiando, non tenere il telefono sul tavolo. Lo dice pure il Galateo. A parte la scortesia, pensa che potrebbe accadere il peggio: la bottiglia del vino che si rovescia sul prolungamento della tua mano.
3)Quando parli con qualcuno, guardalo in faccia. Se guardi il telefono l’interlocutore penserà che non ti interessa la conversazione, non che puoi fare due cose contemporaneamente. Inoltre lui o lei potrebbero essere l’uomo o la donna della tua vita, ma se non incroci il suo sguardo, come fai a rendertene conto?