«Ma è possibile che pensi solo al sesso?!». Ogni maschietto, almeno una volta nella vita, se lo è sentito dire. E per questo quella dell’università dell’Ohio – non recentissima ma spesso “dimenticata” – sembra una “scoperta” epocale, destinata a cambiare una delle più forti convinzioni in tutte le società: l’uomo non ha quel chiodo fisso. O almeno non più di quanto lo siano cibo e sonno.
I nostalgici della tradizione, però, possono tuttavia stare tranquilli perché è emerso che l’uomo ci pensa più della donna. Ma non nei termini e nella quantità che si è sempre ritenuto. Gli uomini, dunque, pensano al sesso con una media di “sole” 19 volte al giorno, quasi il doppio della media delle donne, che hanno pensieri “languidi” dieci volte durante le sedici ore della giornata attiva (la ricerca ha escluso le otto ore destinate al riposo notturno).
Dalla ricerca – condotta su uomini e donne di varia età e posizione sociale e professionale – si comprende che l’uomo dà importanza al sesso, ci pensa spesso, ma come pensa a mangiare e dormire.
Il cibo entra nella sua mente 18 volte al giorno e il letto (per il riposo) 11 volte.
Nelle donne sono rispettivamente pensieri da 15 e 8,5 volte al giorno.
L’evidenza della ricerca è quindi che il pensiero sul sesso non è un qualcosa da mettere a confronto tra uomo e donna, ma rispetto a cibo e riposo. Confermando che il sesso è avvertito come una necessità biologica. Per lui e per lei. Pari opportunità “di pensiero” raggiunta.
E per gli irriducibili della differenza tra uomo e donna circa l’importanza data al sesso, una rilettura divertente.
Per spiegare molte delle storture del mondo contemporaneo basta una semplice considerazione: la mente umana è relativamente nuova, viene usata intensamente solo da una decina di migliaia di anni. Lo stomaco invece, tanto per fare un esempio, ha avuto a disposizione centinaia di migliaia di anni per perfezionarsi. Tra i disastri che discendono dalla scarsa capacità umana di usare il cervello c’è l’enorme difficoltà di costruire storie d’amore davvero soddisfacenti. Piuttosto recente, infatti, è anche l’affermarsi dell’amore romantico come fulcro dell’esistenza degli individui: per migliaia di anni l’uomo ha avuto priorità drammaticamente più urgenti: mangiare, trovare riparo per la notte, sfuggire ai briganti e ai soldati del re. Logico quindi che non abbiamo accumulato molta esperienza come amanti… È l’ambito, così poco conosciuto ma così importante, affrontato da Jacopo Fo in questa “Corretta manutenzione del maschio” (però in realtà anche delle femmine), che fornisce alcune informazioni essenziali sull’amore a partire proprio dal cervello, completamente diverso nell’uomo e nella donna. Lo fa in modo divertito, leggero, tra osservazione quotidiana e vita domestica, scienza e teatro. Ma ogni gioco teatrale, si sa, è cosa seria. O almeno, felicemente semiseria.
