Storie di vita reale, raccontate dagli stessi che le hanno vissute. Storie che hanno lasciato dubbi, forse rimorsi o rimpianti e che vengono raccontate dal sito del quotidiano la Repubblica. In questo caso si parla di Loredana, una 58enne romana rimasta sola perché ha tradito l’uomo con la quale era riuscita a ricostruirsi una vita dopo la separazione da un altro uomo col quale aveva avuto un figlio. E non nasconde che lo ha fatto quando lui “aveva appena perso il lavoro e sua madre era in fin di vita. Eppure non ho avuto pietà…”. “Era una storia importante, non solo perché ne ero innamorata e ricambiata, ma perché è nata quando il nostro percorso di vita era già piuttosto avanti: io avevo cinquant’anni e lui tre più di me”. La lettrice che a Repubblica ha affidato il suo racconto si chiama Loredana R., ha 58 anni e lavora com funzionaria commerciale a Roma.
“Trovare la persona giusta quando non si è più ragazzi in una città come Roma è quasi impossibile. Ironia della sorte, invece, noi abitavamo a soli due chilometri di distanza, meno di dieci minuti di macchina se non c’è traffico. Ci era sembrata una congiunzione astrale che aveva del miracoloso”, scrive Loredana. I due hanno già figli grandi e la possibilità di gestire la loro relazione in maniera molto tranquilla, restando a vivere ognuno nella propria abitazione. “Lei lavora da casa, Andrea in ufficio, io al commerciale, lui nella dirigenza. Lui empatico, timido, sensibile, ma anche duro all’occasione. Io più indipendente, estroversa e testarda. Entrambi attaccati ai figli; Andrea un padre presente, io una madre che ha cresciuto il figlio da sola”.
“Entrambi attaccati alle famiglie d’origine ma senza esserne schiavi; al di là della reciproca conoscenza, non abbiamo mai voluto trascorrere le feste comandate in famiglia. I suoi mille interessi si sommavano ai miei. Ci piaceva scoprire nuovi posti, restare fermi a guardare un tramonto o il mare in burrasca d’inverno, passare da un ristorante stellato a una bettola di periferia”, si legge nella lettera di Loredana.
“Ci eravamo conosciuti via Tinder. – spiega nella lettera a Repubblica Loredana – Lui era single da parecchi anni. Mi disse che aveva delle amiche di letto, ma che non le frequentava più. Io ero uscita da poco da una lunga storia molto particolare; ci consideravamo una coppia aperta, ma in realtà ero io a tradirlo frequentemente. Sentivo dentro di me un lato oscuro; un insano bisogno di confermare la mia capacità di sedurre. Quando ho conosciuto su Tinder Andrea me ne sono innamorata e gli ho raccontato tutto; nutriva delle riserve su di me. Aveva ragione. Sei mesi dopo il nostro primo incontro sono andata in viaggio in Brasile con mio figlio e lì ho conosciuto un franco-americano molto affascinante e con gran bel fisico, malgrado l’età. Lavorava per il governo americano. Ci andai a letto e rimanemmo in contatto. Non dissi nulla ad Andrea, che lo scoprì da solo il Natale successivo, quando ebbi un problema con il cellulare e lui risolse la cosa facendo un back up sul suo PC. Mi lasciò su du piedi e io impazzii… mai stata peggio”.
Il tradimento, però, viene superato. “Andrea era troppo innamorato di me ed io di lui. Dopo sei mesi tornammo assieme. Capii che aveva saputo del mio tradimento leggendo i messaggi in quel back up. Decidemmo di lasciarci tutto alle spalle e iniziammo tutto da capo. Dopo due anni arrivò il Covid e lui si trasferì a casa mia. Fu un periodo magico. Non avevo mai convissuto con qualcuno di diverso dal padre di mio figlio, eppure Andrea rendeva ogni cosa facile. Facevamo progetti, finché a fine marzo venne inaspettatamente licenziato; la situazione non era facile, perché con la pandemia era impossibile trovare un nuovo lavoro. Inoltre sua madre si stava lentamente spegnendo”.
“Finito la pandemia, io iniziai a comportarmi in modo anomalo. Avevo voglia di fuggire. Mi comportavo male, litigavamo spesso. Mentre eravamo in Corsica per andare a vedere una casa da comprare assieme mi arrivò un messaggio dall’americano conosciuto in Brasile: ‘verrò in Italia una settimana ad agosto’. Fu tanta l’eccitazione che caddi da un gradino e mi feci male a una caviglia. Da quel momento iniziai a esasperare Andrea; lo feci ingelosire con un collega di cui non mi interessava nulla. Volevo farmi lasciare entro fine luglio, farmi una settimana di vacanza con l’amante americano e poi riprendermi il mio uomo. Lui era distrutto, senza lavoro e con la madre in fin di vita. Un animale ferito. Non ebbi pietà, e feci esattamente quel che mi ero prefissata di fare.
“Ci separiamo. Io faccio le valigie e incontro il mio amante a Napoli; potevo usare la casa in cui viveva mio figlio, trasferito lì per finire l’università, perché sarebbe stato in vacanza altrove. Quando tornai a Roma, iniziai a lanciare dei segnali ad Andrea e parlai con i suoi amici che lo convinsero a riprendere i contatti con me. Alla fine ci vedemmo a casa mia; gli raccontai della settimana a Napoli ma giurai di esserci stata da sola. Mentii spudoratamente. Lui, impassibile, mi confermò: è finita. Si fece vivo una settimana con un messaggio per dire che aveva saputo di me, a Napoli, con un altro. Poi mi bloccò ovunque e mi fece terreno bruciato attorno. Capii che aveva visto gli estratti conto delle mie carte di credito, attivati sul suo PC, e che dalle spese aveva ricostruito il tutto”.
La storia di Loredana finisce così. “L’ho incontrato per caso, un anno dopo, mentre passeggiavo in un parco romano con il cane. Mi ha guardato fisso negli occhi e non ha detto una parola. Io ho rotto il ghiaccio, gli ho proposto di fare due passi insieme. Abbiamo parlato di tutto e di niente. Mai del passato. Non ho chiesto scusa. Non ne ho avuto il coraggio. Gli ho proposto di pranzare insieme ma lui mi ha fermato: ‘adoro ogni singola cosa di te, perfino le rughe, ma non voglio vederti mai più’. Il giorno del mio compleanno ho trovato un grande cuore trafitto da una freccia dipinto sul pavimento all’ingresso del piccolo parco dove porto il cane la mattina prima di iniziare a lavorare. C’era il mio nome sopra.
L’ho tradito in maniera meschina nel peggiore momento della sua vita. L’ho accoltellato alla schiena, vigliaccamente. Oggi ho 58 anni e la certezza che non avrò mai più niente che possa assomigliare a noi due insieme. Mi vengono in mente gli ultimi versi di una poesia scritta da Wislawa Szymborska: “quando lui non mi guarda, cerco la mia immagine sul muro, e vedo solo un chiodo, senza il quadro”. Per un po’ di sesso clandestino, per assecondare la bambina che ho in me, ho perso tutto. Ne è valsa la pena? Non ho una risposta, ma so che il mio cuore trafitto è lì per terra e tutti continuano a calpestarlo”.