Perché quando si inizia una nuova relazione essere veramente se stessi spaventa tanto, al punto da mostrarsi diversi per piacere all’altro? In un’intervista di “D Repubblica” ce lo spiega la psicoterapeuta e sessuologa Nicoletta Suppa (www.nicolettasuppa.it).
All’inizio di una storia, ognuno di noi tende a mostrare il meglio di sé, nascondendo le proprie fragilità. Perché accade?
“È normale farlo, fa parte della fase della seduzione e dell’innamoramento, in cui tendiamo a far vedere il meglio di noi e l’altro è portato a notare solo i nostri pregi, esaltandoli. Questo è un processo di idealizzazione reciproca, fisiologico quando due persone iniziano a provare interesse l’una per l’altra. Inoltre, la tendenza a mascherare le proprie fragilità serve a dare un’immagine vincente di noi, a difenderci nel momento in cui ancora non conosciamo l’altra persona e la fiducia è ancora da costruire”.
La voglia di piacere all’altro può portare a mostrarsi per quello che non si è realmente. Quanto siamo sinceri quando ci innamoriamo di una persona?
“Quando siamo innamorati ‘ci sentiamo diversi’, questo è un vissuto che accomuna la maggior parte di noi. La ragione sta nel fatto che il nostro modo di percepirci è alterato da uno stato d’animo più euforico e da una maggiore autostima, data dal sentirsi ricambiati. Questa condizione ci porta a mostrarci diversi dal solito, esaltando le nostre qualità, fino a spingerci a volte a mostrarci estremamente diversi da ciò che realmente siamo.
Questo discorso merita però una differenziazione: una persona può mostrarsi diversa da ciò che è, ma senza rendersene conto fino in fondo. Questa è la situazione più comune. Altre persone invece possono esasperare alcuni aspetti di sé volontariamente. Non si tratta di un inganno vero e proprio, ma di un comportamento dettato dall’insicurezza, per cui si fa molta attenzione a nascondere la nostra vera personalità”.
Quindi può essere una strategia o, al contrario, un comportamento irrazionale?
“Esattamente. Nel primo caso questa tattica, che magari si è dimostrata vincente nelle esperienze passate, consente alla persona di conquistare il partner, ma alla lunga è difficile da tenere in piedi. Perché quando subentra la routine, continuare a calcolare il proprio atteggiamento è molto faticoso e non più motivante. Nell’altro caso, quando il comportamento adottato è inconsapevole, può durare molto tempo, anche anni. Ma facilmente non verrà superata una crisi in maniera indenne: essa infatti farà venire fuori la parte più vera di noi. A quel punto lo scoprirsi diversi può generare la rottura”.
Quanto si cambia per piacere al partner durante il periodo dell’innamoramento?
“È un processo tipico della fase della ‘cotta’ e dipende da quanto ci sentiamo sicuri di noi stessi. Quando si ha una bassa autostima si arriva a cambiare molto, fino a stravolgere il proprio modo di essere e di pensare, adattandoci perfettamente all’altro. Viceversa, quando si è fortemente centrati su se stessi, non ci si adatta all’altro e non si è disposti a cambiare nulla di noi. Ovviamente questi due estremi sono entrambi disfunzionali alla relazione”.
Quali sono le conseguenze di questi atteggiamenti estremi nel rapporto che si sta stabilendo?
“Nel primo caso l’atteggiamento è disfunzionale poiché si crea inizialmente una dipendenza nei confronti del partner che diventa il membro trainante e dominante della coppia. Alla lunga questa dipendenza porta sofferenza e agisce in maniera negativa su un’autostima già vacillante. Nel secondo caso potrebbe crearsi dipendenza al contrario, nella quale siamo noi la parte dominante con un partner che si adatta, con le stesse conseguenze negative. Oppure la relazione potrebbe non decollare affatto proprio per la nostra incapacità di essere flessibili e di andare incontro anche ai gusti e alle esigenze del partner”.
Un modificarsi in base all’altro è comunque necessario?
“Si lo è sempre, ma entro un limite: quello di non snaturarci. Abbiamo detto che entrambi i comportamenti sopra descritti sono degli estremi: non è sano plasmarsi sull’altro, ma neanche non cambiare nulla di noi. In una relazione è necessario scendere a compromessi con il partner, venirsi incontro ed entrare in una dinamica di scambio. Quando mostriamo solo alcune parti di noi, lo facciamo nell’ottica di interpretare un’aspettativa altrui che vogliamo soddisfare. Questo va bene, ma senza tradire noi stessi e senza una rigidità”.
Una volta finita la fase della “cotta”, ecco che ci si svela nella propria interezza, nel bene e nel male. Che può accadere?
“Se nella fase iniziale ci si è mostrati troppo diversi da quello che si è, la coppia potrebbe entrare in crisi perché i partner non si riconoscono e fanno fatica a ricordare cosa li tiene uniti. Se invece non ci si è snaturati, non bisogna aspettarsi sorprese. Se c’è fiducia reciproca, possono venire fuori anche le fragilità”.
Tutto relativo al nuovo film tratto dal libro di Gillian Flynn “L’amore bugiardo” affronta una questione disturbante: quanto e cosa fingiamo di essere nel tentativo di attrarre una persona? È una incursione nel lato oscuro del matrimonio. Un thriller costruito su una serie di rovesciamenti e colpi di scena che costringerà il lettore a chiedersi se davvero sia possibile conoscere la persona che gli dorme accanto. Marito e moglie possono ritrovarsi a dover proseguire la stessa finzione fino ad esserne esausti. (continua dopo la foto)

Da qui parte il film di David Fincher “Gone girl” che uscirà nella sale a dicembre: “L’idea era raccontare i lati oscuri del matrimonio in una coppia di trentenni… In questo film non si fanno sconti a nessuno, uomini e donne. Ma sono alcuni personaggi femminili, la poliziotta, la sorella gemella, la ragione per cui posponiamo il giudizio sul marito: perché le donne che lo conoscono continuano a dirci che è una persona perbene.”.
La scheda del libro
Amy e Nick si incontrano a una festa in una gelida sera di gennaio. Uno scambio di sguardi ed è subito amore. Lui la conquista con il sorriso sornione, l’accento ondulato del Missouri, il fisico statuario. Lei è la ragazza perfetta, bella, spigliata, battuta pronta, il tipo che non si preoccupa se bevi una birra di troppo con gli amici. Sono felici, innamorati, pieni di futuro. Qualche anno dopo però tutto è cambiato. Da Brooklyn a North Carthage, Missouri. Da giovani professionisti in carriera a coppia alla deriva. Amy e Nick hanno perso il lavoro e sono stati costretti a reinventarsi: lui proprietario del bar di quartiere accanto alla sorella Margo, lei casalinga in una città di provincia anonima e sperduta. Fino a che, la mattina del loro quinto anniversario, Amy scompare. È in quel momento, con le tracce di sangue e i segni di colluttazione a sfregiare la simmetria del salotto, che la vera storia del matrimonio di Amy e Nick ha inizio. Che fine ha fatto Amy? Quale segreto nasconde il diario che teneva con tanta cura? Chi è davvero Nick Dunne? Un marito devoto schiacciato dall’angoscia, o un cinico mentitore e violento, forse addirittura un assassino? Raccontato dalle voci alternate di Nick e Amy,