Chi l’ha detto che sono roba per creduloni? Per difendere gli oroscopi scende in campo addirittura un filosofo, Giulio Giorello, che sul Corriere della Sera spiega perché sia giusto consultarli. “Da millenni – spiega Giorello – gli esseri umani hanno fatto del cielo il grande libro in cui leggere non solo i movimenti degli astri, ma il senso del loro destino. Astronomia e astrologia sono nate insieme, due discipline gemelle dall’antica Mesopotamia alla nostra modernità, quando i nuovi filosofi della natura (il termine scienziati non era ancora in uso) come Galileo, Cartesio e Newton non sdegnavano di compilare oroscopi”. Lo scetticismo sarebbe venuto dopo, come testimonia lo stesso Giacomo Leopardi che nella sua giovanile Storia dell’astronomia non risparmiava il sarcasmo per i compilatori di oroscopi, definiti venditori di illusioni. “Il gioco degli oroscopi – conclude invece il filosofo – rivela più di un aspetto della nostra psicologia, cioè del nodo di passioni che la razionalità talvolta controlla, ma non abolisce; e rappresenta una traccia di una nostalgia del cielo che qualunque rigida concezione del sapere non può cancellare”.
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