Una dipendente di un piccolo supermercato della provincia di Bologna, Federica Caraffini, ha sposato la sua compagna, Veronica Neri. Fin qui tutto normale, salvo il particolare che hanno dovuto farlo a New York visto che nel nostro paese per le coppie omosessuali non c’è la possibilità di avviare formalmente una vita insieme. Caratteristica della storia che raccontiamo è che per Federica è stato possibile grazie all’apertura mentale del suo datore di lavoro, la Coop Adriatica, che le ha riconosciuto il permesso retribuito di quindici giorni, come se quella di Federica e Veronica fosse una coppia “normale”. Dalla Coop precisano che le politiche aziendali non fanno differenza alcuna in questi casi: è un diritto, la matrimoniale, e lo è per tutti. Quello in discorso è il primo caso di applicazione di una serie di misure di welfare introdotte dall’azienda lo scorso anno che equiparano in tutto e per tutto le coppie gay a quelle etero. Non è, per fortuna, l’unico caso italiano. Una politica simile è già stata adottata da altre grandi aziende, come Intesa San Paolo, Telecom e Ikea. Il privato, dunque, batte il settore pubblico.
