La vita sulla Terra sarebbe in grave pericolo. È quanto rivelano le profezie di Baba Vanga, la celebre veggente macedone scomparsa nel 1996. Vanga, nel corso degli ultimi anni, ha raccolto intorno a sé sempre più adepti. L’interesse intorno a lei è cresciuto progressivamente quando, sembra, alcune sue previsioni si sono realizzate. Nello specifico la veggente cieca avrebbe predetto la disgregazione dell’Unione Sovietica, il disastro di Černobyl’, la data della morte di Stalin.
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L’affondamento del sottomarino russo Kursk, gli attacchi dell’11 settembre, il Terremoto e maremoto dell’Oceano Indiano del 2004 e la vittoria dello scacchista bulgaro Topalov al torneo mondiale di scacchi. Tuttavia, le persone che le erano vicine dissero che non aveva mai profetizzato sul Kursk o su altre profezie circolanti su internet.
Baba Vanga, profezie 2025: “L’uomo è in pericolo”
E che molti dei miti su Vanga sono semplicemente falsi, danneggiando così un’analisi sul suo effettivo lavoro. Le previsioni per il 2025 sono, al solito, tutt’altro che buone. L’umanità sarebbe sul ciglio del baratro a causa di una guerra imminente. A mandare il mondo allo sfascio sarà un altro conflitto che coinvolgerà due Paesi europei.
Un eventuale conflitto, che sarebbe nucleare, avrebbe conseguenze devastanti. Oltre alla distruzione immediata delle città da parte di esplosioni nucleari, le potenziali conseguenze di una guerra nucleare potrebbero comportare tempeste di fuoco, un inverno nucleare, malattie a causa delle radiazioni diffuse dal fallout, la perdita temporanea di gran parte della tecnologia moderna a causa di impulsi elettromagnetici.
Alcuni scienziati hanno ipotizzato che una guerra termonucleare potrebbe portare alla fine della civiltà moderna sulla Terra, in parte a causa di un inverno nucleare di lunga durata. In un modello, la temperatura media della Terra dopo una guerra termonucleare scenderebbe per diversi anni a 7-8 gradi Celsius in media