Una passeggiata con il marito, una telefonata al padre lungo una strada di Hollywood. Una giornata normale, normalissima. E poi l’imprevisto e l’imprevedibile: le manette e un fermo di polizia. L’attrice Daniele Watts, protagonista del film Django. (Film che tratta con la durezza di Tarantino proprio l’argomento del razzismo).
Secondo la versione di marito e moglie (consegnata alle pagine Facebook) l’attrice nera sarebbe stata fermata solo perché sospettata di prostituzione. In realtà era a spasso con il marito, Brian James Lucas , bianco. Sul social network l’attrice di Django ha raccontato: “Stavo parlando con mio padre al cellulare, quando due ufficiali dello Studio City Police Department mi si sono avvicinati e mi hanno ammanettata e costretta a salire sulla loro auto. E mi sono venute in mente tutte le volte che anche a papà, in passato, è capitato di essere umiliato dalla polizia solo per il colore della sua pelle…”.
Il marito Brian James Lucas ha raccontato: “Forse qualcuno vedendoci chiacchierare e scambiarci effusioni avrebbe sospettato uno “scambio” equivoco. Dato che avevo avuto esperienze simili, io ho dato ai poliziotti subito le mie generalità. Daniele si è rifiutata di fare altrettanto perché non le sembrava di stare facendo nulla di illegale. Loro, in risposta al rifiuto, l’hanno ammanettata e l’hanno costretta con modi piuttosto rudi a salire a bordo della loro auto, trattenendola lì fino a quando non hanno verificato la sua identità”. Brian James Lucas aggiunge che un episodio equivoco simile “era già accaduto a Daniele e a suo padre quando lei era una ragazzina di appena 16 anni…”.