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Pulp Fiction, salta fuori un documento top secret e… Crolla un mito? Non proprio, ma…

  • Cinema

 

Provate a immaginare Pulp Fiction interpretato da altri attori… Ci riuscite? Difficile vero? Eppure sembra proprio che quasi tutti gli attori che hanno recitato in uno dei film più incredibili della storia del cinema, siano dei rimpiazzi. Gli stessi rimpiazzi che hanno permesso a Tarantino di vincere l’Oscar. Le prime scelte – Secondo alcune foto delle liste di preferenze scritte da Tarantino e scoperte in questi giorni, la parte dell’eccentrica Mia, che ha reso celebre Uma Thurman, in origine era stata pensata per Virginia Madsen, sorella di quel Michael Madsen che sarebbe dovuto essere, a sua volta, la prima scelta maschile per la parte di Vincent Vega.

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Quel ruolo andò poi allo strepitoso John Travolta. L’attore era proprio la seconda scelta, dato che nelle parentesi di fianco al suo nome si legge: “Davvero una seconda scelta”. Secondo quanto scrive Dagospia, Madsen rifiutò la parte perché era già impegnato con le riprese di Wyatt Earp. Se la seconda scelta maschile, Travolta, rispose subito alla chiamata di Tarantino, per la parte di Mia fu tutto diverso. Altri nomi illustri erano in lizza, come quello di Amanda Plummer, Patricia Arquette, Lily Taylor, Jennifer Jason Leigh, Marisa Tomei e Bridget Fonda.

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Il cognome Thurman pare che non comparisse nemmeno nella lista originale, e sulla scelta finale di Tarantino regna ancora oggi il mistero. Gli altri candidati – Altro grande escluso, e poi consacrato alle luci della ribalta da Pulp Fiction, è stato Bruce Willis. La parte di Butch era stata pensata per Matt Dillon, Nicholas Cage o, in alternativa, niente di meno che Sean Penn e Johnny Depp. Il nome di quello che sarebbe poi diventato il famoso capitano Jack Sparrow, figurava anche come seconda scelta per il ruolo di Pumpkin che invece andò a Tim Roth senza problemi.

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Così, scoperto il retroscena delle scelte iniziali di Tarantino, pensare che Pulp Fiction è stato il primo film indipendente ad arrivare oltre i 200 milioni d’incasso, iniziando con i protagonisti sbagliati, fa ancora più effetto. Tutto è bene quel che finisce bene (e interpretato meglio).

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