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“Disdicevole”. Cinema in lutto: si è suicidata a 50 anni e ha scioccato tutti. Di recente il suo nome era stato associato a una cosa terribile che l’ha segnata definitivamente. Ma nessuno pensava potesse arrivare a tanto

Choc nel mondo del cinema. Si è tolta la vita a 50 anni Jill Messick, produttrice americana che ha collaborato a successi quali Mean Girls e Frida. La donna aveva lavorato per Miramax e, tra le altre cose, aveva fatto da manager all’attrice Rose McGowan proprio nel periodo in cui ci sarebbe stata la presunta violenza sessuale da parte di Harvey Weinstein. E infatti, anni dopo, fu l’attrice stessa ad accusare la Messick di non averla aiutata in un momento tanto difficile della sua vita. La donna, stando a quel che dichiarano i familiari, soffriva di una seria depressione. Non solo: da qualche tempo le avevano diagnosticato un disturbo bipolare. “Vedere il suo nome nei titoli dei giornali giorno dopo giorno, come tentativo di qualcuno di sollevare attenzione alla sua causa personale – scattano le accuse da parte dei familiari che credono che un responsabile ci sia – insieme al disperato tentativo di Harvey di vendicarsi, è stato per lei devastante. Jill credeva nel Movimento. Ha sostenuto ogni donna che sia riuscita a condividere la propria difficile verità e le accuse a chi aveva commesso atti ignobili. Era leale, era forte. Jill era molte cose ma non una bugiarda. Continua a leggere dopo la foto


I cari della Messick puntano il dito contro la McGowan. Il motivo è semplice: Weinstein e i media che avrebbero utilizzato il suo nome solo per riaccendere lo scandalo. Secondo loro dunque questo riproporsi del problema, non ha fatto che indebolire ulteriormente la psiche già provata della donna. “Nel gennaio 1997, Jill lavorava per Addis Wechsler. Una delle sue prime clienti fu Rose McGowan, e uno dei primi compiti fu di organizzare una colazione con Harvey Weinstein durante il Sundance Film Festival. Dopo questo incontro, Rose disse a Jill cosa era capitato — il fatto che si fosse spogliata e fosse entrata in una vasca con lui — un errore di cui Rose immediatamente si pentì. Rose non usò mai la parola stupro in quella conversazione”. Si era sempre rifiutata, Jill Messick, di commentare quel fatto, però, a un certo punto, decise di parlarne a quelli dell’agenzia. Continua a leggere dopo le foto

 

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“ Il successivo accordo tra Rose e Harvey che venne negoziato in seguito venne fatto senza che Jill lo sapesse. Ciò che sapeva era che la questione era stata risolta e che Rose continuava a fare film con i Weinstein”. La donna, sempre per via delle sue instabili condizioni psicologiche, aveva detto che non si sarebbe più intromessa in quello scandalo e che avrebbe fatto correre. Non voleva che il suo nome fosse associato a un fatto tanto disdicevole. “Esiste una responsabilità quando si utilizza una piattaforma per denunciare criminali, predatori, non verità e fatti ignobili nel proteggere la verità di terze parti. Le parole sono importanti e la vita di qualcuno dipende da queste”, era stato questo l’ultimo appella della famiglia ai media. Ma non è servito…

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