Mondo del cinema sotto choc, il regista danese Lars von Trier, 66 anni, soffre per gli effetti del morbo di Parkinson. L’annuncio arriva dalla casa di produzione Zentropa, fondata da von Trier con il produttore Peter Aalbæk Jensen nel 1992. Secondo quanto riferito dalla casa di produzione, “è di buon umore e viene curato per i suoi sintomi, e il lavoro per completare The Kingdom continua come previsto”. Von Trier, spesso definito “l’enfant terrible” del cinema contemporaneo, è uno dei più prestigiosi registi europei contemporanei in attività.
Alle spalle una solida carriera alle spalle di oltre tre decenni, in cui ha diretto titoli come Breaking the Waves, Dancer in the Dark (interpretato da Bjork, e con cui ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2000), Dogville, Antichrist, Melancholia e Nymphomaniac. Nel 2011, von Trier era stato bandito dal Festival di Cannes dopo aver scherzato sul fatto di essere nazista in una conferenza stampa per promuovere il suo film “Melancholia”, un insolito film catastrofico con Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg.
Lars von Trier, al regista danese diagnosticato il morbo di Parkinson. Il precedente di Michal J Fox
La decisione di rivelare la notizia, come spiegato da Zentropa, è volta a “contrastare qualsiasi speculazione sulla sua salute in vista della premiere di Exodus”, ultimo film della trilogia cult The Kingdom, che verrà presentato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in programma dal prossimo 31 agosto. (Leggi anche “Oddio, ma sta male?”. Tom Hanks arriva così alla presentazione del film)
Prima di lui il morbo di Parkinson aveva colpito un altro simbolo del cinema: l’attore Michael J Fox che, nei mesi scorsi, aveva raccontato i suoi duri anni con la malattia. “Prima della malattia ero Mike l’attore di Ritorno Al Futuro, poi sono diventato Mike l’attore col Parkinson. Adesso sono solo Mike col Parkinson. La malattia ha consumato la mia carriera e in un certo senso è diventata la mia carriera. Ho dovuto ricostruirmi una nuova vita quando ero già molto felice di quella vecchia”.
“Non guardo alla vita come a una battaglia o come a una lotta. So accettare. Dico ‘vivere con’ o ‘lavorare con’ il Parkinson. Accettazione non significa rassegnazione, ma significa capire che ogni cosa è quello che è e che ci deve essere sempre un modo per passarci in mezzo. Mi vedo come se fossi un fluido che passa attraverso le crepe e le fessure. A volte mi dà fastidio quando non riesco a fare quello che voglio, ma non me ne frega niente di apparire così”.
“Oddio, ma sta male?”. Tom Hanks arriva così alla presentazione del film