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Giffoni, dopo 45 anni il festival rischia la chiusura: “Serve l’aiuto di tutti per educare i giovani alla bellezza”

  • Cinema

 

L’Italia vuole il Giffoni Film Festival? Se lo deve meritare. Parola di Claudio Gubitosi, patron della manifestazione da 45 anni, che lancia attraverso l’Adnkronos un appello per salvare un evento “che tutto il mondo ci invidia, tra i primi dieci più amati insieme al Palio di Siena e al Carnevale di Venezia secondo l’Ipsos e che coinvolge milioni di persone nel mondo”. Alla vigilia della conferenza stampa finale del 26 luglio, il direttore si sbottona e fa qualche anticipazione rispetto al grande bilancio finale in programma per la chiusura del cartellone. “L’Italia vuole avere tutti i benefici di una manifestazione che porta lavoro, capace di fare impresa, di coinvolgere 3600 giovani al sud, in un’area depressa? Allora i fondi europei devono essere meglio e più velocemente assegnati”, tuona Gubitosi.

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Che senza mezzi termini annuncia che questo potrebbe essere l’ultimo anno per lui e per la kermesse che ogni anno attira migliaia di giovani e non intorno ad un progetto tra i pochi capaci di fare impresa culturale. “Questo è un anno particolare, perché finisce un’epoca e ne inizia un’altra – anticipa il direttore- sono pronto ad innovare, ad usare meglio la tecnologia, la digitalizzazione, intorno ad un’idea che non è più un evento, pronta ad investire, ad assumere giovani, a creare startup. Ma dobbiamo collaborare tutti, istituzioni e imprese private. Giffoni così com’è chiude la sua storia. Si deve cambiare”. “Siamo un paese di 12mila abitanti che ha stravolto le regole del gioco -affonda Gubitosi- e investito in cultura. Riempiamo migliaia di camere d’albergo, esportiamo il brand italiano all’estero. E’ un discorso politico. Se tutti questi numeri sono buoni, dobbiamo fare il punto”. Il patron del festival sottolinea come al Giffoni “produciamo energia creativa, facciamo luce, creiamo impresa, connettiamo il mondo” eppure fra gli sponsor mancano i grandi nomi dei settori energetici, bancari e tlc. Tra i 10 eventi “più importanti al mondo sul fronte social, più seguito del Toronto Film Festival”, il Giffoni è presente in 32 nazioni e in 14 regioni italiane. Gubitosi prova allora ad ipotizzare le possibili ragioni di un sostegno insufficiente da parte di istituzioni e aziende private di fronte ad una realtà concreta di sviluppo e impresa culturale.

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“La mia regione, la Campania, ha osato, ha creduto sul Giffoni e – osserva – a riprova dei luoghi comuni che dicono che noi non riusciamo a spendere bene i soldi, posso dire che abbiamo un cittadella del Cinema, cosa che a Venezia non sono riusciti a fare”. Dietro questo disinteresse, ipotizza, “credo ci sia un discorso di carattere geopolitico”. “E’ un problema meridionale? – si chiede il patron di Giffoni- Me lo chiedo. Siamo l’evento al mondo più low cost, costiamo un decimo di Cannes, un quarto di Venezia, la metà del festival di Roma, eppure creiamo occupazione, dovremmo costare non meno di 20 milioni di euro, e ne costiamo 8. Perché? Siamo una parte del mondo o un mondo a parte?”. In definitiva, è la conclusione di Gubitosi, “se la missione del Giffoni Film Festival è quella di produrre felicità, ora bisogna che ognuno faccia la sua parte”.

Caffeina news by AdnKronos

(www.adnkronos.com)

 

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