È stato scoperto dal grandissimo Federico Fellini quando era ancora uno studente. Ha alle spalle un’infinità di film di successo e per anni ha goduto della fama raggiunta grazie al suo personaggio più famoso, Pierino. Eppure oggi Alvaro Vitali è un semisconosciuto, soprattutto per le nuove generazioni che probabilmente non hanno la benché minima idea di chi sia. Ha 66 anni l’attore dall’aspetto buffo che ha fatto ridere milioni di persone e che è diventato un simbolo di quel filone della commedia sexy all’italiana di cui adesso non v’è più traccia, ma è stato costretto a reinventarsi insieme a sua moglie, Stefania Corona, cantautrice di dieci anni più giovane per poter andare avanti. È lui stesso a raccontarsi in un’intervista-sfogo rilasciata al settimanale Oggi. L’attore, indimenticabile anche nei ruoli di Gian Burrasca, Giggi il bullo e Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento, è stato praticamente dimenticato dal mondo del cinema, quello stesso mondo che negli anni Settanta e Ottanta gli aveva regalato tanto successo. (Continua a leggere dopo la foto)
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”Sono stato dimenticato – dice senza mezzi termini al giornalista di Oggi – Eppure ho lavorato con grandi registi: Fellini, Risi, Monicelli e perfino Roman Polanski. Di Pierino ho girato quattro film, ma in tutto ne ho fatti oltre 150”. Come detto, quindi, ha dovuto trovare una nuova occupazione per guadagnarsi da vivere e c’è riuscito grazie alla moglie. ”Da 15 anni giro l’Italia con mia moglie, Stefania Corona, che è anche una brava cantautrice – continua Vitali – Abbiamo deciso i mettere insieme le forze anche dal punto di vista professionale. Ci esibiamo insieme: io racconto barzellette, lei canta. Siamo una coppia comica collaudata: andiamo forti nei ristoranti, nei matrimoni e nelle feste di compleanno. Per quanto riguarda la mia carriera di attore, invece, mi pare evidente che il cinema mi abbia lasciato solo”.
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Non è la prima volta che l’attore denuncia di essere stato dimenticato dal mondo del cinema, ma in questa intervista torna sull’argomento. Parla del personaggio che ha decretato il suo successo, Pierino, che è stato però anche la sua rovina: ”Il cinema mi ha fatto diventare Pierino e poi, finita la stagione di quelle commedie, non mi ha trattato come un attore, ma come il personaggio che mi era stato cucito addosso – racconta – Diciamo che lo amavo e lo detestavo. Lo amavo perché alla fine mi somigliava: da piccolo ero un discolo come lui. Lo detestavo perché capivo già allora che il rischio di essere ‘mangiato’ da quel personaggio era molto alto. E infatti…”.
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