Monica Vitti la fuga non l’ha cercata, ma piuttosto l’ha brutalmente subita quando una malattia devastante e degenerativa l’ha colpita, senza lasciarle scampo. Da tempo lei lotta contro il male, di cui ufficialmente non è mai stata data notizia. Potrebbe proprio essere l’Alzheimer, o il Parkinson, o una delle diverse forme di demenza senile a segnare una diva-antidiva dal fascino unico. Lontana dalla sua casa, dal suo pubblico, perfino da se stessa e dai suoi ricordi, qualcuno dice ricoverata in un istituto specializzato per il suo tipo di patologia, forse in Svizzera, visitata solo dal marito e dai parenti più stretti.
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Voce roca, capelli biondi, lineamenti irregolari, bocca carnosa e una spruzzata di efelidi sul naso volitivo, Monica Vitti disse di sé di aver avuto il merito di permettere alle “bruttine di fare carriera”, quasi lei si considerasse così, una “bruttina recuperata” dal cinema. Nata Maria Luisa Ceciarelli il 3 novembre 1931, a Roma, con origini siciliane, nella sua carriera l’attrice italiana è comparsa in oltre 50 film, è stata doppiatrice, ha recitato in teatro e in televisione.
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Molto amata da grandi registi e dal pubblico, è stata capace di interpretazioni drammatiche ma consacrata al successo da quelle brillanti o più marcatamente comiche, al punto di essere l’unica, indiscussa, grande protagonista femminile della stagione della commedia all’italiana, e non certo come semplice ‘spalla’ di colleghi quali Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Alberto Sordi e Ugo Tognazzi.
A testimoniare del successo ottenuto il lunghissimo elenco dei premi ricevuti: cinque David di Donatello come migliore attrice protagonista, più altri quattro riconoscimenti speciali, tre Nastri d’Argento, 12 Globi d’oro di cui due alla carriera. Motivazione quest’ultima anche di un Ciak d’oro e di un Leone d’oro a Venezia. E ancora, un Orso d’argento alla Berlinale e una Cocha de Plata a San Sebastián.
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