Lottava da tempo contro il male e non aveva fatto mistero anzi, era diventata la sua battaglia per i diritti civili. L’attrice, autrice e produttrice cinematografica con all’attivo decine di pellicole (tra gli ultimi lavori Dio Salvi la Regina e Dentro) è morta il 3 novembre in una clinica Svizzera. Solo oggi la notizia è stata diffusa. Ad accompagnarla nell’ultimo viaggio il figlio e l’ex senatore radicale Marco Perduca. Entrambi si autodenunceranno domani mattina presso la stazione dei carabinieri Roma Vittorio Veneto e rischiano fino a 12 anni di carcere.
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Anche Marco Cappato si autodenuncerà in quanto legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che ha organizzato e sostenuto il viaggio dell’attrice. Ad accompagnarli Filomena Gallo, legale difensore e segretario nazionale dell’associazione Luca Coscioni. Si perché l’attrice ha scelto di morire, stanca delle sofferenze della malattia.
Suicidio assistito, l’attrice Sibilla Barbieri muore in Svizzera
Un diritto che in Italia le era stato negato. Ricorda l’associazione Coscioni, la commissione medica ha ritenuto che alla donna mancasse il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale. “Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali – ha detto la regista nell’ultimo video pubblicato online prima del viaggio -. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera”.
“Perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente. Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio”. Una scelta netta quella di Sibilla Barbieri.
Che ha scelto di autosomministrarsi il farmaco letale in una clinica svizzera dopo il dopo il diniego della sua Asl al poter usufruire dell’aiuto medico alla morte volontaria. “Solo venerdì 3 novembre (quando Barbieri era già morta), abbiamo ricevuto il parere del Comitato Etico che conferma la sussistenza per Sibilla Barbieri dei requisiti indicati dalla Corte costituzionale ma Sibilla Barbieri aveva già deciso di andare in Svizzera per porre fine alle sue sofferenze”.