In una lettera su Il Corriere della Sera il critico Paolo Mereghetti si rivolge al regista Gabriele Muccino, chiedendogli il perché della sua scelta di girare ad Hollywood anziché in Italia. Ecco un estratto della lettera inviata al regista:
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”Gentile Gabriele Muccino,
vedendo il suo ultimo film americano, Padri e figlie, mi sono chiesto perché lei insista a girare film a Hollywwod. Certo, c’è la gratificazione di essere riuscito dove praticamente nessun regista italiano è davvero riuscito a sfondare, oltre alla rivincita su una critica italiana che non avrebbe capito la sua grandezza (Nel suo film mette i critici insieme agli scarafaggi tra gli errori di Dio: ce lo meritiamo davvero?). Ma ho il dubbio – soprattutto dopo aver visto quest’ultimo film – che queste “vittorie” le stiano costando un prezzo troppo alto. Lei è troppo un bravo regista (e sceneggiatore) per non capire che lo script di Brad Desch per Padri e figlie è pieno di difetti. Eppure, nonostante tutti questi difetti che sono soprattutto di scrittura e non di regia, ogni tanto si resta colpiti da un bagliore di sincerità, da una scintilla di inaspettata verità (visto il contesto del film). La ricerca della felicità , il suo primo film negli Usa, aveva stupito tutti perché aveva saputo infondere un soffio di verità “europea” in un prodotto “americano”. Poi però quell’originalità si è andata affievolendo. E le sue ultime prove sembrano averle perse del tutto. Per questo mi chiedevo se non sente il bisogno di tornare in Italia per ritrovare un po’ della forza e dell’energia che l’avevano fatto apprezzare. Magari coinvolgendo qualcuna delle star che a Hollywood hanno imparato ad apprezzarlo, ma fuori da quelle imposizioni produttive (e da quelle brutte sceneggiature) che hanno finito per spegnere la voglia di verità e di sincerità che ogni tanto fa ancora capolino nelle sue regie. Sempre più debolmente, però”.
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