È andato in onda l’11 settembre alle 21.25 “Gli ultimi saranno ultimi”, il film diretto da Massimiliano Bruno vede protagonisti Paola Cortellesi e Alessandro Gassmann, due attori amatissimi dal grande pubblico. Sembra un lavoro perfetto, quello dell’attore, ma nasconde delle insidie: gli attori devono fare i conti con lo stress, con l’ansia da prestazione, con dei ritmi serrati e frenetici. Di tutto questo ha parlato Alessandro Gassman a Domenica In.
“Ero un ragazzo schivo e chiuso, che amava stare molto da solo e nella natura.
Mi ero anche iscritto ad agraria, poi è capitato questo mestiere e non ci credevo tanto, volevo solo essere indipendente!” ha detto a Mara Venier il figlio di Vittorio Gassmann, che ancora non ha superato la paura del palcoscenico. Lo avreste mai detto? Noi no. Eppure è così: “Continuo a essere spaventato, non tanto al cinema, ma al teatro perché faccio fatica a entrare in scena. Ho trovato la soluzione nel fare la regia. Per un attore che riesce ce ne sono diecimila che fanno la fame!”. Continua a leggere dopo la foto
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Inevitabile un riferimento a suo padre: “Mio padre mi ha obbligato a fare l’attore ed è stato quasi costretto da sua madre a farlo. Mia nonna era un’insegnante ebrea che lo iscrisse all’Accademia Silvio d’Amico a sua insaputa!”. Alessandro Gassman ha esordito a 17 anni nel film autobiografico “Di padre in figlio” e ha detto alla Venier che ancora soffre di ansia ma che sta migliorando. Non è la prima volta che Alessandro Gassman parla di questo suo problema. Lo aveva già fatto quando fu intervistato da Ok Salute. Continua a leggere dopo la foto
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In quell’occasione parlò di un attacco di panico che lo aveva colpito nel 2002: “Ero a letto, un libro in mano, all’improvviso l’ansia che sale, un sudore freddo, il cuore che batte forte, più forte, sempre più forte. Un attacco di panico. Paura che accada di nuovo. E accade. Anni di lotta, durissima lotta!”. Dopo quell’episodio, nel 2003, Alessandro Gassman decise di andare in terapia, terapia che continua anche oggi. “Vedo il mio terapeuta una volta alla settimana, il neurologo che mi ha prescritto un trattamento, un nuovo ritrovato che incrementa la serotonina, al contrario degli ansiolitici non mi abbatte. Una pasticca la mattina di questo serotoninergico, punto”. Continua a leggere dopo la foto
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Oggi Alessandro Gassman sta bene: “Sto proprio bene, era da tanto che non stavo così bene. Dal punto di vista analitico, il mio problema è stato definito disturbo d’ansia generalizzato. Dal punto di vista neurologico, ho sofferto di carenza di serotonina, quella che chiamano la molecola della felicità!», aveva detto nel 2014 l’attore. Che aveva concluso così la stessa intervista: “Ho dovuto farmi aiutare perché il disagio si era evoluto, era diventato troppo grande: attacchi di panico.
Spiegarli non è facile. Ecco, è la stessa sensazione che provereste se entrasse nella stanza un animale feroce, all’improvviso. Vuole attaccarvi e voi non potete combatterlo. Se ho deciso di raccontare la mia lotta con questo strano male, è perché spero che serva a qualcuno. Chi ne soffre pensa: ‘Oddio, sono matto’. La gente crede sia una malattia secondaria, magari un frutto dell’immaginazione. Invece no, ti sconvolge la vita. Ma vi assicuro è una cosa da cui si può guarire!”.
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