Si allunga il numero di morti sulle spiagge italiane. Un’altra tragedia si è consumata in una delle località balneari più frequentate del Paese. La vittima è un uomo di 85 anni che si trovava in vacanza con la moglie. Secondo quanto appreso, all’improvviso è stato colto da un malore proprio sotto gli occhi della donna. Per lui non c’è stato niente da fare. Da poco si è saputo chi era. Tanti i messaggi di cordoglio.
Una tragedia enorme. È successo tutto giovedì scorso, 18 luglio, sulla riva di Marina di Bibbona, in provincia di Livorno. Era tardo pomeriggio e la spiaggia era affollata di bagnanti. Marito e moglie si trovavano in vacanza. L’uomo ha deciso di fare un bagno. Aveva iniziato a nuotare, ma qualcosa non andava. La donna ha notato infatti che il marito aveva dei problemi e ha dato l’allarme; poi, insieme al bagnino, si è gettata in acqua per cercare di salvare l’85enne. Purtroppo però il malore si è rivelato fatale.
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Choc al mare, muore sotto gli occhi della moglie. Chi è la vittima
Da poco si è scoperto chi è l’uomo morto mentre faceva il bagno. Si chiamava Angelo Spaggiari, una persona molto stimata e conosciuta. Per quasi 30 anni – dal 1979 al 2006 – è stato il direttore dell’Archivio di Stato di Modena. Spaggiari è stato autore di numerosi scritti di storia istituzionale e teoria archivistica. La notizia della tragedia si è diffusa rapidamente. In queste ore sono tanti i messaggi di condoglianze per la famiglia e in ricordo di Spaggiari.
Dall’Archivio di Stato di Modena scrivono di aver perso “un pezzo importante della propria storia, la memoria vivente di una stagione di grande operosità e di fecondità culturale che ha segnato trent’anni della storia modenese. Del direttore Angelo Spaggiari ricorderemo per sempre l’innata gentilezza, la fine ironia, la profonda vocazione al servizio degli studiosi e della collettività, il forte attaccamento alle memorie della propria comunità”.
“Il suo insegnamento e il suo esempio saranno sempre presenti nella memoria di quanti lo hanno conosciuto e delle successive generazioni di archivisti” e dall’Archivio di Stato di Modena assicurano che resteranno vivi “nella memoria di tutte le persone chiamate a raccogliere la sua eredità culturale e professionale”.