Si torna a parlare di Daniela Poggiali, l’infermiera di Lugo di Romagna arrestata il 9 ottobre dello scorso anno per l’omicidio di un’anziana paziente. Mal’attenzione su di lei si è concentrata anche per via di un dato terribile: durante i suoi turni sono morti 93 pazienti. Una “media” troppo alta rispetto a quella solita al punto da essere chiamata “l’infermiera killer”. L’ha intervistata il Corriere della sera, un colloquio nel quale lei si difende dalle accuse di avere causato la morte dei pazienti.
“Mai dato niente a nessuno. Io ho sempre voluto aiutare gli altri”, sono le sue prime parole. La 42enne è anche indagata per vilipendio di cadavere a causa di alcune foto choc che la ritraggono sorridente e beffarda accanto al corpo senza vita di una persona deceduta. Ed è sospettata dalla procura di altri delitti che avrebbe commesso sempre con la stessa tecnica: iniezione letale di cloruro di potassio. Ecco uno stralcio dell’intervista.
Hanno fatto una statistica e hanno concluso che quando lei era presente in reparto il tasso di mortalità dei pazienti saliva. Come se lo spiega?
“Non me lo spiego ma bisogna considerare alcune cose: che io lavoravo molto e quindi ero molto presente, facevo molte notti, anche perché il mio lavoro non mi dispiace e se qualcuno mi chiedeva una sostituzione io non mi tiravo indietro. Comunque sia, io non ho ucciso nessuno. Anzi, ho sempre vissuto per aiutare gli altri e i pazienti in modo particolare. Non c’è cosa più distante da me di un assassinio. Non riesco ad accettare tutto quello che sta succedendo. Voglio uscire da qui e a testa alta”.
(continua dopo la foto)
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Le sue colleghe di lavoro ne parlano bene e male: efficiente e crudele. Dicono che i sospetti c’erano, come c’era un certo chiacchiericcio sul trattamento che riservava ad alcuni pazienti: purghe, sedativi...
“Mi è caduto il mondo addosso quando ho letto queste dichiarazioni perché fino al giorno prima loro stesse dicevano il contrario. Hanno cominciato a parlar male di me dopo che è scoppiato il caso. Penso che si tratti di risposte condizionate dagli eventi. Se non fossi stata indagata avrebbero detto il contrario. Io posso avere dei modi un po’ bruschi e spicci, a volte, ma non faccio mai del male”.
Un dottore si è ricordato di quando lei aveva detto, seppur in tono scherzoso, che un certo caso si poteva risolvere con due fiale di potassio?
“Era una battuta, chiaramente. Il fatto è che adesso tutto viene letto sotto un’altra luce. Ogni mio comportamento diventa sospetto. Oggi sono una persona crudele, anche una ladra. Tutto viene riletto in senso negativo. Sono molto arrabbiata per questo”.
Quelle foto terribili?
“Lì ho sbagliato e lo riconosco. Devo però dire un paio cose. L’iniziativa non è stata mia ma della mia collega che le ha scattate. E poi mai avrei immaginato che girassero. Era una cosa privata fra me e lei. Comunque, un errore”.
Sorrisi davanti a un cadavere: le immagini choc dell’infermiera killer