Era una ragazza di 25 anni, alta circa un metro e sessantadue, con i lunghi capelli neri e il corpo coperto di tatuaggi fatti da un artista estremamente abile e dotato. La principessa Ukok viveva in Siberia dove è morta 2500 anni fa e dove venne sepolta insieme ai suoi cavalli perfettamente sellati e bardati e a due uomini, probabilmente dei guerrieri. La sua camera sepolcrale, scoperta nel 1993 tra i ghiacci dei Monti Altaj, in Siberia, conteneva specchi e una sorta di trousse come a simboleggiare la sua particolare bellezza. Gli ornamenti nella bara erano fatti di legno, bronzo e oro, in più c’era un piccolo contenitore con della cannabis e una pietra focaia sulla quale erano stati bruciati dei semi di coriandolo. I suoi vestiti erano di seta cinese, altro indizio di ricchezza e di stato sociale elevato.
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Oggi il suo volto è stato ricostruito grazie al lavoro di un esperto di tassidermia svizzero, Marcel Nyffenegger che ha provato a ricreare una copia del volto della donna. Pur lavorando principalmente con piccoli animali, la sua passione è proprio la ricostruzione dei volti di uomini antichi, persino neanderthaliani.
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“Direi di aver fedelmente riprodotto il 75% di quello che doveva essere il volto della donna. Il restante 25 è stata una mia interpretazione, che ho completato basandomi sulla struttura ossea ritrovata. Mancava il setto nasale e in questo caso una accurata ricostruzione non era possibile” racconta Nyffenegger. La ricostruzione del volto della principessa Ukok è in mostra in un museo in Germania, prima del suo ritorno in Siberia dove potrà essere ammirata nel mausoleo a lei dedicato attualmente in costruzione al Republican National Museum di Gorno-Altaisk, sulle montagne dell’Altai.
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