Venerdì scorso, 22 marzo, dopo un lungo susseguirsi di voci, teorie e chiacchiere, la principessa del Galles Kate Middleton aveva parlato alla nazione e al mondo spiegando di avere un tumore. Di che tipo non è dato sapere, né in quale punto dell’addome la massa (rimossa) fosse localizzata. Il dramma di Kate, che ha già iniziato le terapie, è purtroppo la quotidianità di tantissime persone. C’è infatti un dato raggelante che riguarda i tumori e che investe su larga scala in paesi economicamente più avanzati.
I ‘tumori dei millenials’, così li chiamano, sono in crescita negli ultimi decenni e, aspetto ancora peggiore, non si capisce fino in fondo il motivo. Per dare un metro del problema basta citare i dati diffusi dalla rivista Bmj Oncology che lo scorso anno riportava “un aumento del 79,1% delle diagnosi e del 27,7% dei decessi tra il 1990 e il 2019, a fronte di una diminuzione dell’incidenza dei tumori al di sopra dei 50 anni”.
Tumori, sempre più giovani si ammalano i motivi sotto indagine
Un dato rafforzato nella sua drammaticità da quello diffuso dall’Agenzia per la Tutela della Salute di Milano (Ats), e pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, con i numeri relativi al tumore del colon-retto nel capoluogo lombardo. “Tra il 1999 e il 2015 era emerso un calo delle diagnosi nella fascia d’età 50-60 anni (meno 3% ogni anno), ma un aumento dello 0,7% annuo al di sotto dei 50 anni. Questo dato è la combinazione del comportamento contrastante del cancro del retto (meno 5,3%) e di quello del colon (più 2,6%)”.
I motivi, come detto, sono ancora sotto indagine. AIRC Associazione italiana per la ricerca sul cancro) e Ifom (la fondazione di Airc dedicata allo studio dell’oncologia molecolare) stanno cercando di arrivare ad almeno una risposta. Spiega Alberto Bardelli, direttore dell’Ifom e professore di oncologia all’università di Torino. “Le nostre analisi sono ancora in corso, ma in vitro notiamo alcune sostanze in grado di promuovere la crescita degli organoidi della mucosa del colon e gli adenomi: lesioni che precedono il cancro”.
“Tra gli indiziati ci sono le microplastiche, alcune molecole presenti nelle carni rosse molto cotte e lavorate, gli zuccheri aggiunti di cui sono ricche le bevande industriali, succhi di frutta inclusi, l’alcol e il particolato sottile che inquina le nostre città: lo inaliamo, certo, ma lo inghiottiamo anche. Il colpevole – o più probabilmente il concorso di più rei – deve essere secondo Bardelli, “qualcosa cui i giovani sono molto più esposti rispetto alle generazioni precedenti, come gli zuccheri nelle bevande oppure la plastica, che è sospettata di avere un effetto infiammatorio ed è molto più diffusa oggi rispetto al passato, a partire dai vestiti per finire ai contenitori dei cibi”. Un dato positivo però c’è, da 30 anni la mortalità dei tumori è costantemente in calo ma spicca proprio la macchia nera dell’intestino. Il suo tasso di mortalità in Gran Bretagna è in aumento dal 2021. Da quest’anno cresce anche in altri paesi europei, Italia inclusa.