Siamo tutti d’accordo, le nuove tecnologie e la velocità e quasi informalità di Internet hanno cambiato la nostra vita. Spesso si passa su molti aspetti che, invece, nella vita reale teniamo ben presenti. Eppure, si fa largo una linea di pensiero che vorrebbe maggiori regole di educazione nelle comunicazioni telematiche. Non fa eccezione WhatsApp che ha indubbiamente preso il posto di sms, e e-mail. E che, come noto a tutti, è un veicolo non solo di comunicazioni in senso stretto aggiungendo immagini, video, audio e ogni genere di contenuto disponibile. Ed è quindi tenere presenti alcuni inconvenienti spesso spiacevoli che si possono verificare.
Attenti ai gruppi
Sempre più frequente è la creazione di gruppi. Ex amici di scuola, parenti, colleghi. Spesso raggiungono un numero di partecipanti molto alto, al punto che qualcuno di questi ci potrebbe sfuggire, magari perché meno attivo degli altri. Prima di inviare un messaggio è sempre bene ricordarsi chi lo riceverà. Può partire un commento o una battuta su un amico che, invece, ci legge.
Il politicamente corretto
Nei gruppi può capitare di colpire uno o più destinatari, magari senza volerlo, compreso il rischio di offenderli. Immaginiamo che nel gruppo degli amici della palestra ci sia un gay. E, allora, è proprio il caso di condividere una barzelletta o una immagine scherzosa sull’omosessualità? E, perché no, alla luce dei fatti di Parigi, se un amico del gruppo è musulmano perché condividere contenuti che mettono in discussione l’Islam del tipo “tutti terroristi”?
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I messaggi scherzosi
Ridere fa bene, ma costringere a farlo non sempre. Può capitare che un vostro contatto attraversi un momento difficile: un lutto, una relazione finita in malo modo, la perdita del lavoro. Saper rispettare il suo stato emotivo è una regola fondamentale. Né ci si può muovere con la convinzione che, in fondo, ridere un po’ gli farà bene. Non siete voi a deciderlo e il rischio di essere inopportuni è alto.
Il selfie con la brutta sorpresa
Ok, la selfiemania ha conquistato anche voi. Premesso che non ogni vostra azione o immagine di vita debba essere necessariamente portata all’attenzione di tutti, è sempre bene controllare la foto prima di inviarla. Così si eviterà di far arrivare al destinatario una foto con un bel primo piano ma con alle spalle un elemento di poca eleganza: magari ti scatti un selfie in bagno e dietro di te “spunta” una montagna di biancheria sporca. O siete in un parco e nella foto “si intromette” un uomo che fa allegramente i suoi bisogni su un albero.
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I contatti di lavoro
Se il nostro capo ci ha dato il suo numero lo ha fatto, magari, pensando all’ipotesi di urgenze. E allora perché inviargli catene di S. Antonio o barzellette hot?
Non è posta certificata
Vero è che ormai WhatsApp domina, ma non è per tutto. Le comunicazioni importanti è sempre meglio farle con strumenti tradizionali, più formali. Perché si corre il rischio di “declassare” ciò che state comunicando.
Rileggere, sempre…
Si va di corsa, in ogni momento della giornata. E pure quando si scrive si pensa ad altro. Al punto che da una parola pensata ne scriviamo un’altra e se a questo si aggiunge lo spietato correttore automatico il guaio è fatto. Allora è sempre meglio rileggere il messaggio prima di inviarlo.
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