Domani 5 dicembre a Padova i funerali di Giulia Cecchettin. La regione Veneto ha proclamato un giorno di lutto regionale. In carcere, intanto, Filippo Turetta ha ricevuto la vista dei genitori. “Non possiamo abbandonarlo, è nostro figlio”, avrebbe detto il papà che ancora non riesce a spiegarsi il motivo della follia e dell’accanimento sul corpo di Giulia. Una risposta aveva provato a darla la psicologa e criminologa Flaminia Bolzan, commentando i risultati dell’autopsia su Giulia Cecchetti.
“Quello di Giulia è un evidente caso di femminicidio, all’idea di un abbandono da parte di lei, Filippo non è stato in grado di contenere il lato emotivo e ha agito con un ‘overkilling’, un’azione cioè maggiorata rispetto a quella necessaria per uccidere. Il numero di ferite da arma da taglio è elevato e questo rimanda a una relazione fra aggressore e vittima”.
Giulia Cecchettin, Filippo Turetta divide la cella con un 60enne
“E il fatto che le ferite più grandi siano sul lato sinistro del collo fa pensare che l’aggressione sia avvenuta in auto, con Giulia seduta a lato passeggero”. Il tipo di arma, secondo la criminologa, avvalora l’ipotesi della premeditazione. “Il fatto che abbia usato un coltello da cucina significa che l’aveva portato da casa” dice all’Adnkronos la Bolzan.
Dai prossimi interrogatori di Turetta potranno arrivare maggiori dettagli utili per capire cosa sia successo. Intanto arriva la notizia che Filippo Turetta non è più in isolamento . Il 22enne è stato trasferito in una cella doppia. Il suo compagno, racconta il Messaggero, non è stato assegnato casualmente, ma secondo un calcolo studiato dalla direzione stessa del carcere di Verona.
Si tratta di un detenuto di età compresa tra i 50 e i 60 anni, un “angelo custode” lo definisce il quotidiano romano, che in accordo con la direzione ha accettato di ‘seguirlo’. Nei giorni scorsi Turetta era stato preso di mira dagli altri detenuti perché avrebbe ricevuto attenzioni e un trattamento migliore.