L’angoscia nella famiglia di Giulia Cecchettin è stata totale, quando nella mattinata del 18 novembre è stata confermata la morte della 22enne, che sarebbe stata uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, tuttora ricercato. Il corpo della giovane è stato ripescato dalle acque del lago Barcis, ma ora a catturare l’attenzione è il modo in cui c’è stata la svolta per individuare la zona dove si pensava potesse esserci il cadavere. Fondamentale è stato il sistema Targasystem.
I siti Messaggero e Il Gazzettino hanno spiegato nei minimi dettagli ciò che sarebbe stato fatto dagli investigatori per ritrovare Giulia Cecchettin, la cui morte ha scioccato l’Italia intera. Ad aver incastrato Filippo Turetta è stato il sistema Targasystem e ora sappiamo bene come funziona. Quell’area in cui c’era il cadavere della studentessa universitaria era stata percorsa proprio dall’auto del ragazzo, che aveva una Fiat Punto nera.
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Giulia Cecchettin e la sua morte, Filippo incastrato dal sistema Targasystem
Stando a quanto scritto dal Messaggero ma anche da Il Gazzettino su Giulia Cecchettin e la sua morte, ma soprattutto su come Filippo è stato scoperto dal sistema Targasystem, quest’ultimo è un sistema appunto di software e telecamere di lettura targhe, adottato dalle forze di polizia. In particolare, è “nell’apparenza una comune telecamera, in realtà il sistema è in grado di rilevare attraverso la scansione della targa irregolarità, come auto rubate, poste sotto sequestro o inserite nella black list della polizia, veicoli circolanti senza copertura assicurativa e revisione. Riconosce anche veicoli intestati a prestanome e usati nei reati”.
Grazie a questo sistema di videosorveglianza le forze dell’ordine possono così leggere tutte le targhe delle vetture che passano in un’area stradale precisa. Scansionano codici e lettere e poi, grazie all’utilizzo di un server che ha un collegamento col ministero dei Trasporti, può verificare tre aspetti fondamentali: se il mezzo è stato rubato o è nella lista nera; se ha una revisione regolare e infine se ha l’assicurazione in corso di validità”. E questo tipo di controllo è stato fatto per l’auto di Filippo Turetta, infatti l’area dove c’è il lago Barcis era stata percorsa da lui.
Inoltre, il Targasystem è funzionante anche durante la notte e in caso di pioggia con le immagini che sono assolutamente nitide. Il tempo di azione è pari a tre secondi, quindi si tratta di un sistema che aiuta moltissimo. E così è stato fondamentale rinvenire anche la zona dove era stata lasciata la povera Giulia.