Lutto nella musica italiana, un grande artista è morto domenica 27 agosto 2023 a casa sua, a Caupo. Aveva 61 anni compiuti il 15 luglio scorso ed era considerato uno dei migliori nel suo campo. Era andato a letto per riposare nel primo pomeriggio e da quel letto non si è più rialzato. Grande cordoglio in tutto il mondo della musica classica italiana e non solo. Il violinista e direttore d’orchestra originario di Seren del Grappa (Belluno) è morto a seguito di un malore fulminante che non gli ha lasciato via d’uscita.
Chiaramente a casa, la moglie ha chiamato subito i soccorsi, giunti con grande celerità. Tuttavia per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Inutile il grande dispiegamento di mezzi e forze per cercare di salvare la vita all’uomo. Anche l’elicottero Falco 2 e l’ambulanza medicalizzata dall’ospedale di Feltre sono dovuti rientrare alla base e il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso.
Lutto nella musica italiana, un grande artista è morto
Claudio Colmanet è morto così, in un istante, davanti agli occhi della moglie Flora che non ha potuto aiutarlo in nessun modo se non chiaramente i soccorsi. È successo tutto intorno alle 15,30. I due si erano accordati per fare un riposo dopo il pranzo e prima di uscire per un giro in bicicletta. A questo punto Claudio Colmanet si stende a letto, poi all’improvviso si alza lamentando un dolore al torace, alza il braccio e cade all’indietro e non si rialza più, racconterà la moglie ai paramedici del 118.
A Caupo, poco dopo è arrivato l’amico di una vita, il maestro Pio Sagrillo che dice in lacrime: “È morto il maestro Claudio Colmanet. Eravamo appena tornati dal Brasile dove eravamo stati chiamati dallo Stato del Mato Grosso che vuole fondare un’orchestra. Conoscevano Claudio e lo volevano per questa iniziativa. Ci avevano perso le valige a Madrid l’ho visto il 17 agosto per consegnarli le sue dopo che le avevano recuperate”.
Racconta ancora il maestro, devastato dal dolore: “Da allora ci siamo sentiti e oggi l’ho visto qui, nel suo letto senza vita. Non ci posso credere. È dal 1995 che andiamo in Brasile, questo viaggio era l’apice dell’attività. Siamo stati lì circa 25 volte per suonare inizialmente nel Rio Grande do Sul dove per la nostra attività unici italiani siamo inseriti nel testo ‘150 anni di emigrazione’, nel volume secondo. Ci sono un pittore e i due musicisti, che siamo noi”.
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