A dicembre, nei 18 paesi che utilizzavano la moneta unica, i prezzi hanno subito un calo dello 0,2% rispetto all’anno precedente. È dal 2010 che non si registrava un andamento negativo, cioè quella che viene chiamata una deflazione. A influire su questo dato, stimato oggi da Eurostat, è stato il crollo del prezzo dell’energia (- 6,3%). Sono rimasti stabili (0,0%) i prezzi di altri prodotti industriali, alimentari, alcool e tabacchi, mentre quelli dei servizi sono cresciuti, anche se di poco (1,2%). La Commissione Europea getta acqua sul fuoco: “È un segno negativo provvisorio, diverso da una chiara deflazione”, ma ora ci si aspetta misure straordinarie della Banca Centrale Europea per far salire di nuovo i prezzi. Perché? (continua dopo la foto)
Da bravi consumatori attenti a risparmiare quando facciamo la spesa, potremmo prendere il calo generale dei prezzi come una buona notizia. In realtà, c’è poco da stare allegri. La deflazione rischia infatti di attivare un circolo vizioso che ci farà diventare tutti più poveri. I prezzi calano perché c’è meno richiesta, ma i soldi che restano nei nostri portafogli non entrano nelle casse della aziende. Queste allora producono di meno, tagliando forniture e, attenzione, posti di lavoro. A quel punto, con più disoccupati in giro e più lavoratori che temono di fare la stessa fine, ci saranno ancora meno soldi da spendere. I prezzi, allora, scenderanno ancora e il giro ricomincerà da capo, sempre peggio.