Vacanza choc per un gruppo di trenta ragazzi tra i 12 e 16 anni impegnati in un campo estivo sulla Maiella, a quanto si apprende tutti sono stati ricoverati nei vari ospedali della zona per essere sottoposti ad accertamenti. A quanto riportano i media locali: “I ragazzini hanno accusato dei malori, per i quali si sospetta un’intossicazione, mentre erano in montagna in prossimità del Rifugio del Cinghiale, nel territorio di Castiglione Messer Marino, in provincia di Chieti”.
Vomito, diarrea, stanchezza, a dare l’allarme è stato uno dei ragazzi: con il telefono cellulare si è spostato in una zona della montagna dove c’era campo e ha contattato il 118. A quel punto si è attivato immediatamente il protocollo dei soccorsi in montagna ed è stato allertato il Soccorso alpino abruzzese con i 30 scout che sono stati recuperati.
Abruzzo, trenta scout intossicati durante un campo estivo
Erano stati allertati anche gli elicotteri ma fortunatamente i ragazzi sono stati trasportati in ambulanza. Non sono apparsi, sin da subito, in condizioni gravi”, racconta uno dei soccorritori. “Quello che conta – aggiunge – è che i ragazzi stanno bene e che la disavventura fortunatamente si può raccontare”. Tuttavia si è deciso di tenerli tutti in osservazione. “I medici dei due ospedali hanno attivato il protocollo specifico della Asl che prevede infatti la ricerca delle possibili cause di intossicazione”.
“Potrebbe essersi trattato di cibo, ma anche di una qualche contaminazione delle sorgenti d’acqua collocate nella zona. Tutti, infatti, avrebbero bevuto da una fontanella del posto: le analisi sull’acqua sono in corso”. La maggioranza delle tossinfezioni alimentari è acuta: la malattia insorge all’improvviso e dura poco, con la gran parte dei soggetti che guarisce poi spontaneamente, senza trattamento.
Raramente un’intossicazione alimentare può tuttavia determinare complicanze più gravi. Nella maggior parte dei casi l’approccio di prima scelta consiste semplicemente nel reintegrare i fluidi persi con diarrea e vomito, prevenendo così la disidratazione; bloccare i sintomi, diarrea e vomito in particolare, può invece risultare controproducente perché trattasi in entrambi i casi di meccanismi con cui l’organismo letteralmente si libera del virus/batterio/parassita responsabile.