Lo scenario è da brividi: piazza san Marco allagata nonostante il Mose. Il cuore di Venezia sommerso a dispetto dei 5 miliardi spesi per costruire la diga che dovrebbe proteggerlo. Si sa, tutto lo sanno, eppure il progetto va avanti. L’associazione Piazza San Marco, che riunisce oltre cento fra esercenti e grandi appassionati di Venezia (il 10% dei soci è straniero) ha preparato un documento di denuncia e di rabbia. «E’ uno scandalo: hanno speso oltre 5 miliardi per fare il Mose, hanno rubato decine di milioni in tangenti e non sono riusciti a fare le opere complementari di San Marco. Restituiscano le mazzette e con quei soldi salviamo la piazza più bella del mondo», esce allo scoperto Alberto Nardi, presidente dell’Associazione e titolare dell’omonima storica gioielleria. La denuncia accomuna tutti: gli abitanti della piazza, gli imprenditori, i commercianti, i ristoratori, i famosi caffè Quadri e Florian e persino la Basilica di San Marco per bocca del suo proto, l’architetto Ettore Vio. “Se, come hanno deciso, il Mose verrà alzato soltanto quando la marea è a 110 centimetri, il problema – afferma Vio – non è affatto risolto perché la Basilica inizia ad andare sott’acqua a 80 e nel 2014 è successo 200 volte. Se non si interviene in tempo rischiamo di perdere un patrimonio immenso, mosaici del tredicesimo secolo compresi».
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