In molti ricorderanno uno degli inviati più famosi di Striscia la notizia: mandava i suoi servizi dalla Sardegna e quando li iniziava c’era il suo grido: “Ajooo!”. Si tratta di Cristian Cocco: ormai da 4 anni non lavora più per il tg satirico di Antonio Ricci: questa volta non si parla di lui per un servizio tv o per delle inchieste dall’isola. Per l’ex inviato la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio: adesso dovrà rispondere dell’accusa di estorsione davanti al gup del Tribunale di Oristano.
A puntare il dito contro di lui è stato il suo cameraman: secondo l’operatore, Cocco avrebbe preteso metà dei suoi compensi per farlo tornare a lavorare. Il pubblico ministero Armando Mammone gli contesta il reato di estorsione sulla base degli elementi venuti fuori dalla denuncia del suo compagno di avventure e da una serie di riscontri che la procura avrebbe in mano, si legge su La nuova Sardegna.
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Striscia la notizia, indagato per estorsione l’ex inviato Cristian Cocco
Il sito del quotidiano sardo ripercorre la vicenda. Il tutto nasce dalla pretesa di Cristian Cocco di dividere i compensi che il cameraman, L.A. di Orosei, riceveva per il servizio prestato accanto al noto inviato del tg satirico. Quest’ultimo, forte del fatto che sarebbe stato lui a procurare le notizie e quindi a garantire all’operatore il lavoro, l’avrebbe costretto a consegnarne una parte. Tuttavia l’operatore avrebbe deciso che la situazione non fosse più sostenibile e avrebbe pensato di denunciare in procura quanto gli stava accadendo.
Su Cristian Cocco pende una richiesta di rinvio a giudizio: se il Gup Federica Fulgheri la dovesse accogliere per lui si aprirebbero le porte del processo. L’udienza che si sarebbe dovuta svolgere qualche giorno fa, scrive La nuova Sardegna, è saltata per un difetto di notifica, per cui la prima discussione in aula è rinviata a febbraio. L’ex inviato di Striscia la notizia, dal canto suo, nega ogni addebito e racconta una versione diversa dei fatti, secondo la quale non solo non avrebbe fatto pressioni nei confronti dell’operatore di ripresa, ma nemmeno avrebbe mai visto quei soldi.
La storia sarebbe durata qualche anno e non è stata quantificata nemmeno la cifra, prosegue La nuova Sardegna: si tratterebbe di qualche migliaio di euro. In tutti i casi si tratta di elementi da chiarire e il luogo migliore è proprio il tribunale in cui saranno attenzionate le testimonianze e la documentazione a disposizione della procura. Cristian Cocco è difeso dall’avvocata Cristina Puddu che avanza delle perplessità sulla competenza territoriale del tribunale di Oristano perché nemmeno sarebbe chiaro il luogo in cui sarebbe avvenuto il reato. Al momento l’operatore non si è costituito parte civile, ma ha tempo per farlo.