Battenti chiusi a Pompei e nei siti archeologici vesuviani per Capodanno, come già successo a Natale, per una direttiva nazionale che riguarda tutti i musei e siti della cultura statali. La decisione del ministro Franceschini ha scatenato le polemiche di chi vede in questa scelta una penalizzazione non solo per i turisti, ma per l’immagine intera dell’Italia.
Ma il ministro respinge le critiche: “Polemiche estemporanee”, ribatte, “è una scelta presa con i sindacati e dettata da ragioni di buona amministrazione”. Una decisione giustificata dai numeri: negli anni passati i giorni di Natale e Capodanno hanno visto un numero esiguo di visitatori a Pompei, il 25 dicembre del 2013 sono state registrate in tutto “827 persone”. Solo qualche turista in più, 889, il 25 dicembre del 2012. E il primo dell’anno non è andata molto meglio: in tutto 2.350 visitatori nel 2014 e 2.835 nel 2013. Presenze di fatto troppo contenute rispetto alla media di altri più normali festivi, tali comunque da non giustificare i costi di un’apertura straordinaria.
Ma ciò non basta a placare l’ira degli albergatori e delle agenzie che avevano venduto i pacchetti mesi fa e che ora rischiano una pioggia di richieste di risarcimento. “Rischiamo la bancarotta. Il denaro incassato in anticipo è stato reinvestito per l’acquisto di pacchetti estivi”.