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Il destino delle cose, quando l’arte dona nuovi significati agli oggetti quotidiani

  • Italia

Se un tempo, nella vita dell’uomo, gli oggetti avevano una presenza stabile e quasi mitica, se la loro produzione e il loro uso erano un tutt’uno con il loro significato, nell’età moderna ogni oggetto diventa riducibile ad un puro apparato funzionale. L’avanzamento tecnologico lo spinge verso una totale banalizzazione, verso quella dimensione dell’ “usa e getta” che non lascia più nessuna traccia nella nostra memoria e nel nostro essere. Ebbene, lo sguardo che l’arte rivolge verso le cose, proprio a partire dalla modernità, sembra avere come obiettivo principale quello di ridare alle cose stesse un senso, una storia, una individualità. E, in alcuni casi, addirittura una dimensione di magia e di mistero.


 

La mostra curata da Luigi MeneghelliLa vita segreta degli oggetti , ospitata da La Giarina Arte Contemporanea di Verona fino al 28 febbraio 2015, raccoglie dodici opere di artisti storici come César, Arman, Tadeusz Kantor, Kurt Schwitters e Daniel Spoerri e contemporanei come Andrea Bianconi, Enrica Borghi, Alessia Carginelli, Flavio Favelli, Fischli & Weiss, Christian Fogarolli e Daniele Girardi, e un omaggio al cinema, quello di Michelangelo Antonioni, che con Zabriskie Point (1970) mette in scena, nell’ultima sequenza del film, la deflagrazione delle “cose” del nostro mondo. Nelle cose fuori moda, nei fondi di magazzino, nella miniera del dimenticato, questi artisti rincorrono con accanimento quel “lascito del passato” tuttora pregno di indizi che possono offrire anticipazioni di una storia posta sotto il segno del “diverso”, tracce dei fili che già in passato hanno rimandato all’esigenza di un futuro liberato. 

 

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