“Davvero tante lacrime ci sono in questo Natale, insieme alle lacrime di Gesu? Bambino», Francesco si affaccia per la benedizione “Urbi et Orbi”. E il suo messaggio, dai cristiani in Medio Oriente alla Terra Santa, dai bimbi uccisi in Pakistan all’Ucraina, dai conflitti che insanguinano l’Africa all’epidemia di Ebola, ripercorre i dolori del mondo. L’elenco delle sofferenze, come ogni anno, è lungo. “Al Salvatore del mondo, domando che guardi i nostri fratelli e sorelle dell’Iraq e della Siria che da troppo tempo soffrono gli effetti del conflitto in corso e, insieme con gli appartenenti ad altri gruppi etnici e religiosi, patiscono una brutale persecuzione.
Il Natale porti loro speranza, come ai numerosi sfollati, profughi e rifugiati, bambini, adulti e anziani, della regione e del mondo intero; muti l’indifferenza in vicinanza e il rifiuto in accoglienza, perche? quanti ora sono nella prova possano ricevere i necessari aiuti umanitari per sopravvivere alle rigidità dell’inverno, fare ritorno nei loro Paesi e vivere con dignità”. Bergoglio guarda all’intera regione: “Possa il Signore aprire alla fiducia i cuori e donare la sua pace a tutto il Medio Oriente, a partire dalla Terra benedetta dalla sua nascita, sostenendo gli sforzi di coloro che si impegnano fattivamente per il dialogo fra israeliani e palestinesi”. Poi ricorda “quanti soffrono in Ucraina” e prega Dio perché “conceda a quell’amata terra di superare le tensioni, vincere l’odio e la violenza e intraprendere un nuovo cammino di fraternita? e riconciliazione”.
Il terzo passaggio è per l’Africa: “Cristo Salvatore doni pace alla Nigeria, dove altro sangue viene versato e troppe persone sono ingiustamente sottratte ai propri affetti e tenute in ostaggio o massacrate. Pace invoco anche per altre parti del continente. Penso in particolare alla Libia, al Sud Sudan, alla Repubblica Centroafricana e a varie regioni della Repubblica Democratica del Congo; e chiedo a quanti hanno responsabilita? politiche di impegnarsi attraverso il dialogo a superare i contrasti e a costruire una duratura convivenza fraterna”.
Il Papa pensa soprattutto al dolore innocente: “Gesu? salvi i troppi fanciulli vittime di violenza, fatti oggetto di mercimonio e della tratta delle persone, oppure costretti a diventare soldati. E dia conforto alle famiglie dei bambini uccisi in Pakistan la settimana scorsa. Sono le persone umili, piene di speranza nella bonta? di Dio, che accolgono Gesu? e lo riconoscono”.