In un mondo ancora segnato da “violenze, guerre, odio, sopraffazione”, ci sarebbe invece tanto bisogno di “tenerezza”. È questo, secondo il Papa, il messaggio del Natale: la “tenerezza di Dio” verso l’uomo, incarnata in “un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”, la cui venuta è “la luce che squarcia il buio”. Ed è il sentimento di cui Francesco ha parlato nella messa della notte di Natale, celebrata questa sera in San Pietro. Il Pontefice ha spiegato che l’annuncio della notte di Natale “ci rivela che Dio è Padre e che la sua paziente fedeltà è più forte delle tenebre e della corruzione”, le cui origini vanno “all’oscuro momento in cui fu commesso il primo crimine dell’umanità”, quello di Caino contro il fratello Abele.
Ma in quel bambino che nasce a Betlemme c’è il segno dell’umiltà di Dio portata all’estremo, c’è l’amore con cui quella notte “ha assunto la nostra fragilità, la nostra sofferenza, le nostre angosce, i nostri desideri e i nostri limiti”. La “grande luce” della nascita di Gesù, ha detto ancora, “la vide la gente semplice”. Al contrario, “non la videro gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura”.