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Dalle cicale agli scoiattoli, ecco le 6 tribù dello shopping natalizio. E tu a quale appartieni?

Ci sono sei tribù dello shopping indaffarate a trovare qualcosa da mettere sotto l’albero per rallegrare amici e parenti, lo sapevate? Sono tutte stressatissime. Si tratta di sei modalità ansiose con le quali ci identifichiamo per affrontare il regalo sotto l’albero. L’agenzia “Found!” dopo aver fatto un monitoraggio on line sui principali social network (che ha coinvolto 1500 utenti tra i 18 e i 60 anni), le ha catalogate così:

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Le Cicale: (23%) sono quelli con cui è più facile identificarsi e che raccolgono maggior simpatia. Gli oberati dagli impegni e dallo stress che, si scordano del Natale, e precipitano nell’incubo doni il giorno prima. Questi svagati navigatori del last minute si catapultano nei negozi semi-deserti, tra gli scaffali vuoti alla ricerca del “fondo di magazzino” che possa tamponare la loro recidiva mancanza di programmazione. Risultato? Nei casi più disperati non rinunciano al riciclo dell’ultimo minuto ma, più di frequente, rischiano di spendere una fortuna perché ciò che è rimasto è (non a caso) la merce più cara. 

Le formiche: (16%) per loro le settimane pre natalizie sono un sistematico countdown che precede i festeggiamenti. Questi maniacali maestri della programmazione cominciano ad ipotizzare cosa donare a fine settembre e in novembre hanno già impacchettato ogni regalo. Per simili organizzatori dell’esistenza la parola “caso” non esiste. Peccato che, in molti casi, riescano ad arrivare alle feste in preda ad attacchi di stanchezza cronica promettendosi per l’anno seguente di prendersela comoda (e puntualmente non lo faranno).

Le chiocce: (10%) diciamolo, non sono simpaticissimi. Sono i fanatici del Natale in famiglia e per loro le festività sono un trionfo di tradizioni: pranzi e cene solo con parenti, lunghi viaggi sino al paese natio. Tutto il resto è trasgressione. Di conseguenza anche alla scelta dei regali ci arrivano dopo lunghissime sezioni di shopping, di solito in compagnia della mamma. Ogni pacchetto è accompagnato da un bigliettino natalizio rigorosamente scritto a mano e consegnato durante l’estenuante pranzo del 25 dicembre.

I camaleonti: (24%) la tribù dei cultori del “Natale 2.0” è in costante ascesa. Per loro (sono soprattutto under 40) le tradizioni hanno subito una rivoluzione digitale e il Natale è già nel futuro. I regali si scelgono esclusivamente sui portali di e-commerce che hanno il merito di aver definitivamente archiviato lo stress della corsa tra i negozi. I camaleonti hanno fatto suonare il de profundis anche per i cartoncini di auguri sostituiti da posta elettronica, WhatsApp e social network. E anche la scelta del dono è rigorosamente hi-tech: smartphone, tablet, videogames. Apprezzatissimi dalla fascia junior della famiglia lasciano senza parole i senjor che spesso, dopo aver ringraziato, nascondono il dono in un cassetto pur di non ammettere la propria ignoranza. 

I pavoni: (8%) come loro nessuno mai. Spendono cifre astronomiche e fanno la gioia dei parenti “vorrei ma non posso”. Il regalo è sinonimo di costoso ed esclusivo. Sono spendaccioni nell’anima e si gratificano nel soddisfare gli amici per poi vantarsene. Comprare equivale ad una gara: se il dono non è il più bello ed esclusivo si scatenano in un tormento interiore. Qualche esempio? Almeno tre: borse griffate, gioielli e viaggi a cinque stelle. Ottimo averli tra i propri congiunti, meno piacevole ascoltarne le vanterie sino al Natale successivo. 

Gli scoiattoli: (19%) qualcuno li definisce “braccini corti” altri più brutalmente tirchi. L’omaggio parte dal prezzo: cercano ossessivamente il cartellino con meno zeri per avere poi più soldi da spendere per se stessi. Si muovono seguendo strategie ben precise che variano dalle offerte last minute al riciclo di dono indesiderati. Discendenti inconsapevoli di Ebenezer Scrrooge (l’avaro protagonista di Canto di Natale) si barcamenano tra una scusa e l’altra per giustificare un dono che non riesce a piacere neanche a loro.


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