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Amore, vola da me con l’aeroplano di carta

Nata in una famiglia poco abbiente (il padre era impiegato in una compagnia di assicurazione, la madre casalinga), Alda  Merini esordì appena quindicenne con la raccolta La presenza di Orfeo curata dall’editore Schwarz. E mentre già attirava l’attenzione della critica, incontrava difficoltà nel mondo della scuola “normale”. Venne infatti respinta quando tentò di entrare al liceo Manzoni poiché – dissero – non era stata sufficiente nella prova d’italiano. Da quel momento ha vissuto al confine tra il riconoscimento della sua eccezionale capacità poetica e la malattia mentale, che nel 1947 la portò al ricovero, per un mese, nella clinica Villa Turro, a Milano. Lei stessa ne ha sempre parlato e scritto definendo la sua sofferenza come “ombre della mente. Con le quali, nel tempo, ha saputo convivere. Il dolore l’ha aiutata a scandagliare l’animo umano.

Vola da me
di Alda Merini

Amore,
vola da me
con l’aeroplano di carta
della mia fantasia,
con l’ingegno del tuo sentimento.
Vedrai fiorire terre piene di magia
e io sarò la chioma d’albero più alta
per darti frescura e riparo.
Fa’ delle due braccia
due ali d’angelo
e porta anche a me un po’ di pace
e il giocattolo del sogno.
Ma prima di dirmi qualcosa
guarda il genio in fiore
del mio cuore.



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