Nessuno a noi italiani può insegnarci qualcosa sul caffè. E infatti di caffè questa bevanda ha solo il nome: Coffee BulletProof® e poco altro, nulla a che vedere col nostro espresso. Ma in California niente sembra conquistare adepti più ferventi come il “caffè antiproiettile”, un’invenzione di Dave Asprey, imprenditore nel settore tecnologico, appassionato di cucina biologica. La ricetta nasce dalla rielaborazione di un tè a base di burro di yak (il bue tibetano) che Asprey ha provato nel corso di un’escursione, trovandolo molto rivitalizzante. Per preparare il caffè antiproiettile ci vogliono chicchi con un po’ di muffa, almeno due cucchiai di burro senza sale (ricco di omega 3 e vitamine) e uno o due cucchiai di olio vegetale MCT (trigliceridi a media catena), un tipo di lipide altamente digeribile. Asprey afferma che una tazza di caffè da 450 calorie al posto della colazione annulla la fame, favorendo la perdita di peso e la freschezza mentale.
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“È uno stimolante per mantenere il controllo sul proprio equilibrio biologico” dice il suo ideatore. Ne è nata una vera e propria mania: in settembre, al convegno dedicato a questo nuovo tipo di caffè, 10 chili di burro Kerrygold non sono bastati per i 500 partecipanti. Joan Salge Blake, professoressa associata di nutrizione all’Università di Boston, si è detta scettica a causa dell’assenza dalla bevanda dei carboidrati, il cibo del cervello: “Non è una colazione da campioni” ha dichiarato. Ma perché antiproiettile? L’unica spiegazione plausibile è raccontata sul sito del prodotto in cui Asprey racconta di un amico che un giorno gli disse: “Datemi un caffè di ottima qualità oppure ammazzatemi” ecco questo è uno di quei caffè, secondo l’autore, che ti salva la vita, sia in teoria che in pratica. Sarà vero?
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