“Quando morì mio figlio dissi: ora sta meglio lui di noi”. Con queste poche parole l’attore mito del cinema italiano a raccontato a Pierluigi Diaco a “Ti sento”, nella puntata in onda su Rai2, il primogenito. Lorenzo, appena 20 anni, era scomparso per un aneurisma. “Vedere morire un figlio è una cosa terribile… Mi ricordo che dissi ‘sta meglio lui di noi’, perché ci credo”. Una confessione straziante che commosso anche il conduttore che a stento è riuscito a trattenere l’emozione davanti alla voce dell’attore.
Poi, mentre Giancarlo Giannini ricorda il figlio morto, ecco che emergono nuovi particolari su quelle ore terribili. “Ero a Milano a fare un film con Gassmann quando è arrivata la chiamata. Ho preso immediatamente un aereo e mi sono subito reso conto che non c’era più niente da fare. Io sono una persone credente, prego tutte le notti ma le domande restano. Perché lui e non io? Ma la risposta non c’è: bisogna credere al mistero. Al senso. Noi essere umani siamo meravigliosi ma anche qualcosa di piccolissimo”.
Giancarlo Giannini ricorda la morte del figlio
Dopo il ricordo del figlio Giancarlo Giannini ha ricordato i giorni bui della guerra nei suoi ricordi di bambini di pochi anni. “L’ho vissuta, nel modo più violento: cannonate da una parte, bozzoli di cannoni… sono immagini, avevo solo 2 o 3 anni io, però le ho vissute, ce le ho ancora negli occhi”. Poi è passato ad una considerazione sul conflitto russo ucraino.
“Le guerre, se uno vuole la pace, non si fanno con le armi”. Davanti alle immagini di devastazione che arrivano dal fronte e alle considerazioni richiesta da Diaco Giancarlo Giannini risponde: “Da un po’ di tempo le guardo di meno, preferisco non vederle, perché so cosa vuol dire e perché la guerra è una delle cose più stronze che si possa fare, ecco l’uomo non può… Eppure c’è e non è che è nata ieri, è da quando è nato l’uomo che si fanno le guerre, no?”.
Quindi conclude: “L’unica cosa che posso dire è che la pace, se uno la vuole, non si fa con le armi. Tutto lì, quindi non voglio neanche giudicare, però continui a mandare armi perché? Perché sparino? E poi ci sono i morti? Scusa è normale, no? Quindi cerchiamo di trovare un altro modo, più semplice, per evitare di attizzare quel carbone di mia nonna per accendere il fuoco, se non c’è il carbone…”.
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