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Il day after del Brasile, vergogna Mondiale

Vergonha, Vexame, Humilhação” titola O Globo, perché non basta un sostantivo per dare il senso della disfatta che ha annichilito i brasiliani. L’amor proprio di un popolo è stato distrutto da sette pallonate e il caso Mondiale di oggi sarà nazionale per mesi. Lo teme la presidentessa Dilma Roussef, che per questa coppa del mondo ha sfidato le proteste di chi pensava che il Paese avesse altre priorità. Lei che sperava di incassare i dividendi di una vittoria in casa, data per probabile dai pronostici, si presenterà alle elezioni d’autunno sull’onda, anzi sull’onta di questo imprevedibile massacro. Cose serie, ma, per fortuna, ce ne sono tante più divertenti. Come gli sfottò che riempiono i social network. Merkel veglia su Rio de Janeiro al posto di Cristo, Neymar mostra felice una Seven Up, Pelè dice: “Brasiliano? No fratello, io sono ghanese!”, Maradona fa il numero sette con le mani… quest’ultima foto è una mezza bufala, perché è stata scattata nel 2010, però forse la mano de Dios è anche profetica.(ep)


 

 


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