Emergenza sanitaria Covid, regioni italiane a rischio zona gialla. Torna a crescere la curva dei contagi. Ad aumentare anche il numero dei positivi in area medica e nelle terapie intensive. Una situazione sanitaria nazionale che resta comunque sotto controllo, ma non per tutte le regioni.
Secondo i dati riportati sul portale dell’Agenas, anche in Friuli Venezia Giulia aumenta il rischio di retrocedere in zona gialla. Situazione analoga, dunque, a quanto sta accadendo anche nelle Marche e in Alto Adige. Da monitorare anche altre regioni.
![Italia Covid regioni rischio zona gialla quali](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2021/11/Italia-rischio-zona-gialla.jpg?x95137)
Se la media nazionale resta del 5%, nelle Marche i pazienti positivi ricoverati nell’area critica sono l’11%, mentre in area medica la situazione rimane ancora contenuta, al 7%. Parametri, dunque, che tendono ad avvicinarsi alla soglia d’allarme e che potrebbero far tornare la regione in zona gialla.
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Oltre al caso delle Marche, anche la regione del Friuli Venezia Giulia sembra restituire dati in peggioramento. Nella regione, per quanto riguarda l’area medica, i pazienti Covid sono già il 10%, mentre nell’area critica è stata superata la soglia dell’11% con un’incidenza che, al momento, è pari a 60,11 casi ogni 100 mila abitanti.
![Italia Covid regioni rischio zona gialla quali](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2021/11/Covid-ospedali-zona-gialla.jpg?x95137)
Un rischio, dunque, di ritornare in zona gialla, che comporterebbe nuovamente l’entrata in vigore delle restrizioni già a fine novembre. In Friuli Venezia Giulia e Alto Adige le situazioni più preoccupanti, l’Alto Adige con 260 nuovi casi ogni 100mila abitanti, Friuli Venezia Giulia segue con 197 mentre le Marche con 72.
![Italia Covid regioni rischio zona gialla quali](https://www.caffeinamagazine.it/wp-content/uploads/2021/11/Ospedali-covid-rischio-zona-gialla.jpg?x95137)
Per quanto riguarda le restanti aree, il Veneto mantiene basso il tasso di ospedalizzazione, pari al 5% le terapie intensive e al 4% i reparti ordinari)con 105 casi ogni 100mila abitanti, mentre aumentata in una settimana l’occupazione delle terapie intensive del 50% (da 30 a 46 pazienti).
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Parimenti, restano da monitorare anche la Calabria, con 64 casi settimanali ogni 100mila abitanti, l’11% di ricoveri nei reparti ordinari e il 4% in terapia intensiva, così come la Sicilia, con il 10% in merito alle terapie intensive e il 5% in area medica.