Adesso Hessy lo ha raccontato in un’intervista alla “Bild”: quando nel 1935 sua mamma Pauline la portò, ad appena 6 mesi, nello studio un noto fotografo di Berlino perché le scattasse delle foto, mai si sarebbe aspettata di ritrovare pochi mesi più tardi una di quelle stesse immagini sulla copertina di “Sonne ins Hause” (“Sole in casa”), la principale rivista nazista dedicata alla famiglia, come perfetta rappresentazione del bambino ariano ideale. A maggior ragione perché i Levinsons, che si erano trasferiti dalla Lettonia a Berlino nel 1928, in realtà erano ebrei. Ma quando la mamma della piccola tornò dal fotografo chiedendogli di non rivelare le origini della giovanissima modella, terrorizzata dalle possibili rappresaglie naziste (il marito Jacob, cantante di talento come la moglie, aveva infatti perso il posto all’Opera e si era dovuto riciclare come venditore porta-a-porta), Ballin le disse di essere perfettamente a conoscenza del fatto che la famiglia fosse ebrea e di aver deliberatamente presentato la foto incriminata ad un concorso dove si cercava il più bel bambino di razza ariana «per ridicolizzare i nazisti».