Sul caso di Giacomo Sartori, il ragazzo trovato morto venerdì dopo aver fatto perdere le tracce una settimana prima, indaga anche Storie Italiani. Tante le zone d’ombra in quello che sembra essere un suicidio. Giacomo Sartori era scomparso dopo aver passato la notte di venerdì scorso in compagnia di amici in un bar di viale Vittorio Veneto, in zona Porta Venezia, dove gli era stato rubato lo zaino. Al suo interno c’erano i documenti e il pc del lavoro, un dettaglio che potrebbe averlo turbato e che non è sfuggito agli inquirenti che indagano sul suo allontanamento.
Ciò che succede da questo momento in avanti è un mistero. Dopo il furto infatti Giacomo Sartori si mette in strada, supera il casello della A7 e arriva a Casorate Prima (Pavia), un paesino che non ha mai frequentato e dove non ha contatti (il trentenne è originario di Belluno) tra le 2.00 e le 2.20 del mattino. Giacomo Sartori viene riprese mentre gira in circolo prima di fermarsi nella piazzola dove verrà poi ritrovata l’auto.
Proprio in quei paraggi, a distanza di cento metri circa dal luogo in cui era parcheggiata la sua auto è stata scassinata la vettura della troupe di Storie Italiane. Tutto si è consumato in poco tempo. Circa 2 ore, il tempo che il giornalista di Storie Italiane ha impiegato per fare delle interviste nell’ottica di dare un contributo alle indagini.
“Siamo venuti qui per raccontare la vicenda di Giacomo Sartori, tra i primissimi giornalisti. Abbiamo parcheggiato l’auto in un luogo un po’ nascosto e abbiamo sentito delle persone per un paio d’ore. Al ritorno all’auto abbiamo trovato questa sorpresa. Il danno è ingente: intorno ai 30mila euro di strumentazione. Purtroppo qui è già successo, ma di giorno la cosa ci ha sospreso”. Ha raccontato il giornalista di Storie italiane.
“C’è qualcuno che si muove spaccando l’auto di un giornalista sapendo di non essere scoperto. Si muove incontrollato e sa come fare”, le parole della conduttrice Eleonora Daniele, guida di Storie Italiane. Si potrebbe trattare di un luogo in cui si sia stata messa in atto la classica strategia del “cavallo di ritorno” che comporta il furto di qualcosa di valore e l’estorsione per riaverlo in cambio di denaro.