Momenti di commozione oggi a ‘Oggi è un altro giorno’, il programma su Rai condotto da Serena Bortone, quando il cantante ha raccontato il suo dramma dopo la scoperta del tumore al fegato. “Ho avuto paura di morire, avevo deciso di andare in Svizzera per l’eutanasia. Ho poi ho pensato di non essere pronto, volevo veder crescere i miei nipotini e piano piano ho cominciato a combattere. Pino Daniele mi ha regalato un rosario mi disse vedrai che ti aiuterà… Non ti disperare”.
“Sono molto legato a lui perché con quella visita in ospedale mi ha salvato, assieme alla musica e ai miei nipotini”. Lui è Tullio De Piscopo, uno dei musicisti che maggiormente hanno influenzato gli ultimi 40 anni. La scoperta della malattia quasi 10 anni fa, nel 2012. Mi dettero sei mesi di vita per un cancro al fegato. Ero con Giusy il giorno della diagnosi: tumore maligno dei più brutti e dei più rari. Decisi di andare in Svizzera per preparami a morire con l’eutanasia. Non volevo cure”.
Poi Tullio De Piscopo continua: “Dopo, capii di non essere pronto. Come rinunciare alla gioia dei miei nipoti?”, ha confessato il batterista a Repubblica. De Piscopo scoprì di essere malato per caso: “La Madonna ha fatto ‘o miracolo, l’ho capito dopo. Da una diagnosi sbagliata sulla prostata, a Monza, una serie di analisi fecero scoprire per caso il tumore”, ha racconto il batterista al blog Cultura e Culture.
Tullio De Piscopo è stato accolto in studio con il sottofondo di uno dei suoi successi “Andamento lento”, che lui ha ribattezzato “Andamento lento fortunato”: “Mi ha dato la possibilità – ha raccontato – di comprare la casa a tutta la mia famiglia, che la meritava… con 4 bagni! Nella casa a porta Capuana non c’erano, ma da bambino fantasticavo, e ho realizzato il mio sogno. Mio padre era un genio della batteria e io da piccolo ho assistito al suo pianto. Ero nascosto sotto al tavolo, lui davanti a uno specchietto si guardava e piangeva”.
“Piangeva perché a 42 anni l’avevano fatto fuori, aveva detto che era troppo vecchio per suonare la batteria. Ha dovuto ricominciare un altro strumento, scelse lo xilofono ed è diventato un grande in questo”. Ha raccontato Tullio De Piscopo. Una famiglia votata alla musica: oltra al padre Giuseppe che suonava nell’orchestra del Regio Teatro San Carlo di Napoli e nell’orchestra del Maestro Giuseppe Anepeta, il fratello maggiore Romeo (1937-1957) faceva parte di complessi che suonavano nella zona di Bagnoli, gravitando attorno alla base NATO.