C’è grande attesa per vedere all’opera Andrea Nicole, la prima tronista che ha completato del tutto la sua transizione dopo essere nata dunque uomo. Essendo insoddisfatta del suo corpo, ha voluto iniziare questo importante percorso e ora potrà anche avere l’occasione di cercare l’anima gemella in televisione. Nelle scorse ore ha voluto rilasciare un’intervista a ‘Fanpage’ nella quale ha spiegato perché ha deciso di scegliere quel nome dopo che la transizione era ormai terminata completamente.
A ‘Il Fatto Quotidiano’ aveva invece fatto sapere su se stessa: “Le reazioni non sono state così negative, è andata bene. Ho avuto modo di guardare i ragazzi presenti in studio, non ho notato occhi indiscreti. Voglio solo farmi conoscere. È la mia vita, non mi piace nascondere nulla”. Ma ora ha cominciato a parlare del suo approccio a ‘Uomini e Donne’: “Ho prima mandato la mia candidatura online, sono stata ricontattata e poi da lì ho iniziato i provini come chiunque altro. Non ho comunque grosse pretese”.
Poi Andrea Nicole ha spiegato cosa cercherà nel dating show di Canale 5: “Cerco un uomo comprensivo, intelligente e che non abbia paura del mio passato. L’incontro tra me e Maria è andato molto bene. Non me lo aspettavo perché non mi era stato detto che l’avrei vista, è stata una chiacchierata serena e confidenziale. Non c’era quel distacco come tra persone che non si conoscono ed era curiosa di conoscere me e la mia storia. Mi ha subito messa a mio agio per raccontarmi tranquillamente”.
Successivamente Andrea Nicole si è aperta ancora di più e a ‘Fanpage’ ha spiegato l’origine del suo nome: “Ho subito avuto coscienza, sin dall’infanzia, di essere una bambina. Ho dato un nome a quello che mi stava succedendo tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori. A 15 anni ne ho parlato con i miei genitori e ne avevo 18 quando ho iniziato la transizione. Non volevo cambiare il mio nome Andrea, non ne sentivo la necessità. Nicole è invece un nome che mi è sempre piaciuto, è stato un vezzo”.
Andrea Nicole ha concluso così l’intervista: “Il più momento doloroso penso sia stato quando ne ho parlato con i miei genitori. Ma non per la loro reazione. Perché in quel momento era la prima volta che mi toglievo completamente la maschera. È una cosa che da una parte ti libera e dall’altra ti appesantisce. Ti rendi conto di essere inerme e vulnerabile. Il momento più felice, invece, è stato quando i miei genitori hanno realizzato che quella era la strada giusta per me. Ho percepito a pieno il loro appoggio, il loro aiuto”.