È lo spauracchio di tutti gli assenteisti. Il citofono suona e qualcuno dall’altro lato annuncia: “Visita fiscale”. È un medico, mandato dall’Inps, anche su invito dell’azienda, a verificare se il lavoratore è davvero malato. Dopo aver accertato la prognosi descritta nel certificato del medico curante, può variarla, se necessario anche accordando due giorni di malattia in più, oppure variarla e chiedere al lavoratore di sottoporsi a una visita specialistica. (continua dopo la foto)

Ma quando può passare la visita? Per sette giorni su sette, compresi festivi e prefestivi, ma solo in alcuni orari, che variano tra dipendenti pubblici e privati. Per i dipendenti pubblici, si va dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15:00 alle 18:00. Più strette le finestre per i lavoratori del settore privato: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00. Attenti a dove trascorrete la convalescenza: la visita passa all’indirizzo indicato nella documentazione medica di malattia ed è lì che ci si deve far trovare. (continua dopo la foto)

Ci sono, comunque, delle eccezioni per le quali non è richiesta la reperibilità. Eccole: malattie gravi che necessitano terapie salvavita; infortuni sul lavoro; malattie per le quali è stata riconosciuto la causa di servizio; quadri morbosi inerenti a una situazione di invalidità riconosciuta; gravidanza a rischio. In tutti gli altri casi, meglio farsi trovare a casa, altrimenti si perde il diritto al 100% retribuzione per i primi 10 giorni di malattia, mentre per i giorni seguenti la retribuzione scenderà al 50%.
